
Title | : | Manuale per ragazze rivoluzionarie: Perché il femminismo ci rende felici |
Author | : | |
Rating | : | |
ISBN | : | - |
Language | : | Italian |
Format Type | : | Kindle Edition |
Number of Pages | : | 302 |
Publication | : | First published January 1, 2018 |
Care lettrici (e cari lettori) di ogni età, questo appello appena lanciato da Giulia Blasi non è una boutade, ma un invito serio, formulato dopo anni passati a osservare come si muovono uomini e donne in Italia. Una società che oggi è tecnologica, in rapida evoluzione, ma purtroppo non ancora paritaria fra i sessi in termini di rispetto, opportunità, trattamento.
Certo non si può dire che nel Novecento non siano stati fatti enormi passi avanti per le donne, basti pensare al diritto di voto o alle grandi battaglie per il divorzio e l'aborto. Ma dagli anni '80 in poi il femminismo si è come addormentato, mentre il successo nel lavoro (e in politica, nell'arte) ha continuato a essere per lo più riservato ai maschi e in tv apparivano ballerine svestite e senza voce. Per non dir di peggio: la violenza sulle donne non si è mai fermata e chi denuncia le molestie tuttora corre rischi e prova vergogna.
Ecco perché oggi è giunto il momento che le ragazze di ogni età raccolgano il testimone delle loro nonne e bisnonne per proporre un cambiamento epocale, per fare una rivoluzione che ci porti tutti - maschi e femmine - a un mondo in cui ciascuno abbia le stesse occasioni per affermarsi secondo i propri talenti e non si senta più obbligato a aderire ai modelli patriarcali - cacciatori & dominatori vs angeli del focolare & muti oggetti di desiderio sessuale - che, spesso in forme subdole, continuano a esserci proposti.
Sembra impossibile? Non lo è! In questo saggio profondo ed elettrizzante Giulia Blasi analizza con spietata lucidità le situazioni che le donne oggi quotidianamente vivono e offre, in una seconda parte pratica del libro, consigli concreti per mettere in atto un femminismo pieno di ottimismo e spirito di collaborazione (evviva la sorellanza!) che possa rendere tutti più sereni, rispettosi, appagati e felici. Anche gli uomini.
Manuale per ragazze rivoluzionarie: Perché il femminismo ci rende felici Reviews
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Lo può leggere chiunque, non fatevi fregare dal colore della copertina. Se anche una bambina di 3 anni riesce a capire che il rosa e i suoi derivati possono essere di tutti può farcela persino un adulto maschio bianco etero.
Poi l'ho letto io che fino a 2 anni fa nemmeno sapevo se volevo essere femminista.
Non fa odiare gli uomini, al massimo da odiare stronzi o stronze. E come sappiamo tutti, la stronzaggine è trasversale. Un po' come il maschilismo. -
Ho ascoltato Giulia leggere il suo libro nell'audiobook di emons libri e quindi aveva quel sapore in più di autenticità, dell'amica che sa quel che sta dicendo e lo sta dicendo proprio a te!
Ho anche il cartaceo, però, e credo che lo consulterò spesso. MI piace che il libro sia organizzato per argomenti e che quindi si possa saltare da uno all'altro, per andare là dove più ci serve o ci interessa.
Entrando nel merito posso dire che trovo questo Manuale completo, maturo, ben scritto e assolutamente necessario. Giulia è riuscita a fare un riassunto compiuto del femminismo oggi: da dove siamo partite, come ci siamo arrivate e dove stiamo andando. Il Manuale è pieno di riflessioni intelligenti, ponderate e ben argomentate, ma anche di consigli pratici su cosa fare e come farlo.
Non ci resta che agire e fare la nostra parte! -
Leggetelo, regalatelo, fatelo leggere alle vostre figlie (e figli), alle amiche, amici, ai compagni e mariti, nipoti e cugin*.
La cultura si fa anche con i libri e imparare qualcosa di positivo per tutti noi è sempre utile per una società che ha le pretese di essere egualitaria, ma è ancora ben lontana di questo obiettivo. -
2.5/3
Ottimo come libro introduttivo al femminismo per chi non ne sa nulla: simpatico e pieno di esempi con riferimento alla cultura pop.
Altrimenti, in alternativa a questo libro, consiglio di iscriversi su Twitter. -
A mio parere è un saggio provocatorio e molto contraddittorio al contempo, uno di quelli che ti fanno dire "però" ma anche stizzire, sia in positivo che in negativo.
Prima di tutto, parte con un vizio di principio, che poi è lo stesso del maschio prevaricatore.
Se ti comporti in un certo modo sei una donna emancipata e intelligente, se invece ritieni di comportarti in modo diverso sei una semplice "complice" del sistema.
Se fai come l'autrice e le sue amiche sei un'Ancella, altrimenti puoi essere solo una Marta/una Moglie o (peggio) una Zia (sì, vengono utilizzate proprio le definizioni dell'Atwood).
In altre parole, il libro sostiene (a ragione) che per secoli ci è stato detto come pensare/cosa dire, poi però di fatto ci dice cosa "dobbiamo" pensare/dire per essere femminista; e - attenzione - se concordi con le teorie esposte sei femminista e libera; se (in libertà, direi) ritieni di non aderire, non lo fai perché il cervello ti consente di valutare l'opzione A e la B o la C, ma perché sei già out: non lo sai ma ti hanno cotto il cervello, quindi sei una serva (senza saperlo) del patriarcato.
Due esempi pratici: si cita un articolo dove quattro uomini vengono semplicemente chiamati per nome e cognome, e poi una donna, di cui viene messo in luce, prima ancora del nome, l'essere "donna", quindi l'appartenere a una categoria a sé. La Blasi sostiene dunque che il male è distinguere, diversificare: questi individui valgono a prescindere dal sesso.
Come non essere d'accordo?
Peccato che al capitolo dopo parta anche lei con il pippone contro le donne che vogliono essere chiamate presidenti e non presidentesse, direttori e non direttrici, ecc. (l'argomento è trend a mesi alterni anche sulla stampa): ebbene, qui non vale più la teoria di non diversificare, di voler essere ritenuta un direttore, a prescindere se sono donna o uomo.
Qui no, se non fai emergere la tua femminilità, sei una traditrice... e vai tu a capire perché in un caso andava bene l'unisex, ma nel secondo no.
A me anche queste paiono convenzioni eteroimposte. Per via che il femminismo dovrebbe esaltare il libero pensare "al di fuori delle gabbie ideologiche".
Altro esempio: le donne non devono essere giudicate, le donne devono comportarsi come vogliono, basta con le accuse a una donna bella d'aver fatto carriera in ginocchio, ecc.
Come non essere d'accordo?
Sto giusto alzando la mano per dichiararlo, quando ci viene subito detto che una donna come Melania Trump non può essere considerata come modello, assolutamente no, perchè trattasi di (cito) "un'ex-modella il cui tempo di dimezzamento sul mercato del lavoro sarebbe stato molto più rapido se non avesse incontrato e sposato un uomo ricco". Mentre invece Michelle Obama che, di fatto, ha raggiunto la notorietà per il medesimo ruolo (la storia la ricorderà soprattutto, diciamolo, per essere stata una first lady) resta una "vera" femminista perchè (cito sempre) "discende dagli Schiavi portati in America con la forza per lavorare nelle piantagioni".
Ma che ne sappiamo che l'altra non ha comunque arrancato per venire via dal suo paesino dell'est e crearsi un sogno americano?
Questo velenoso "ex-modella" mormorato tra i denti mi puzza molto più da Moglie/Zia che non da femminista-aiutiamo-le-altre-donne.
Tanto più che l'autrice se lo insegna da sola: "chiunque può essere femminista, e i femminismi sono ben più di uno, è anche vero che se sputi sulle altre donne e sulle loro lotte, allora sei femminista come io sono una tiratrice scelta."
Dunque, siamo al solito vedere il bruscolino negli occhi altrui, senza percepire la trave nel proprio...
Dove invece promuovo il libro è nel togliere il veleno a tanta ipocrisia che ci viene propinata da tanto mondo maschile: tipo "voi donne, quanto siete brave! Multi-tasking! Eh, dietro a un grande uomo c'è sempre una grande donna!"
Ma perchè? "Se gli uomini sono creature semplici, gente che non tollera poche linee di febbre, gente che va nel panico di fronte a lavoretti casalinghi elementari, allora perché non metterli da parte, perchè tenerli ai posti di comando, perché non farli pagare per i servizi di chi bada a loro?"
Concordo che questo è un sessismo benevolo, che comporta la logica conseguenza della deresponsabilizzazione maschile.
Qui si potrebbe peraltro aprire una parentesi per tutti i romance scritti da donne dove si va in brodo di giuggiole di fronte all'uomo con la clava, l'uomo geloso, l'uomo psico-stalker, quello che dice "tu sei mia" (con un senso del possesso un filo limitativo...).
Sì, il mio è un commento lungo, ma volevo spiegare perché certe pagine sono risultate indigeste.
Nel complesso, il libro mi ha lasciato un'impressione complessiva di femminismo "a chiazze": va bene parlare delle molestie subite per avere un posto di lavoro, ma si glissa sul fatto di chi usa il proprio corpo per fare carriera a dispetto di altre donne non dotate di quel corpo. Come se la seconda ipotesi non facesse altrettanto parte del nostro vissuto quotidiano.
Riassumendo: noi donne dovremmo unirci e sostenerci a vicenda. Però aspetta: basta che non siano mamme blogger, fasciomamme orgogliose dei figli, donne che hanno fatto carriera con il consenso dei maschi, donne che non hanno aiutato abbastanza le altre donne.
Quelle non sono benvenute. -
In lettura da parte di una minorenne di mia conoscenza, spinta dal suo entusiasmo e dalla mia curiosità, mi sono procurata e ho iniziato a leggere “Manuale per ragazze rivoluzionarie”. Avrei dovuto invece attenermi al titolo, e pensare che ragazza non lo sono più.
Una sedicenne può, e forse deve, trovare illuminante e ispiratore quanto legge; io, per questioni anagrafiche e biografiche (per dirne una: lavoro in un ambiente femminile), ho trovato molte cose banali e semplificate (per non dire inesatte), e sono anche inciampata in falle nell’argomentazione.
Comunque ben venga Giulia Blasi se inizia a quel tipo di pensiero massimalista e apparentemente paradossale, confrontarsi col quale fa parte della crescita.
E poi questo libro e queste vicende femministe hanno scatenato intorno a me dibattiti come non ne vedevo da tempo, e anche questa è una ricchezza =) -
3.5/5
(Ascoltato su Storytel)
Giulia Blasi parla di una serie di argomenti estremamente complessi (molestie, gender pay gap, mansplaining, tabù della vecchiaia, chirurgia plastica e molto altro) in un modo che ti fa venir voglia di saperne di più, facendo costanti riferimenti alla cultura pop, alla cronaca e allo spettacolo. Questo libro non ha la pretesa di essere un manuale esaustivo su tutto ciò che ha a che fare con il femminismo, cosa che sarebbe impossibile, ma piuttosto vuole far luce su certi aspetti della cultura patriarcale che non sempre sono evidenti (ad esempio la mancanza di desinenze femminili per professioni come quella dell'assessore) ed esortare all'azione di qualsiasi tipo, dalle piccole cose, come smettere di parlar male dell'aspetto fisico degli altri, alle grandi manifestazioni pubbliche.
Nel complesso è una buona lettura, e per approcciarsi all'argomento va più che bene. -
Penso che questo libro sia da considerare come un'introduzione non tanto al femminismo, ma a come parlare di femminismo nella vita quotidiana.
Chi già un po' ha letto di questi argomenti, e ci riflette sopra quotidianamente, probabilmente non troverà grossi spunti, né niente di ribadito in maniera particolarmente brillante (anzi, il suo stile è troppo vicino al parlato per i miei gusti); ma può essere utile per le giovanissime (e i giovanissimi) che non hanno ancora le idee chiare, soprattutto l'ultima sezione, in cui ci sono una serie di risposte alle domande più frequenti (e trite) sull'argomento, che possono dare un'idea di come affrontare una discussione, online o nella vita.
Devo dire che, se leggere di questi temi mi fa sempre stancare (perché non si finisce e non si finirà mai di arrabbiarsi e di combattere), dall'altro lato mi fa anche sentire meno sola, quindi ben venga. -
Ho troppi pensieri incoerenti appena dopo aver finito questo libro, ma non voglio lasciare in sospeso questa recensione perché mi conosco e so che poi mi dimentico di pubblicarla. Quindi inizierò dicendo che questo manuale è uno di quei libri che possono cambiare la vita, nel senso di permettere di vedere ciò che finora si era dato per scontato o addirittura nemmeno notato. Dovrebbe essere una lettura obbligatoria per donne e uomini, io l'ho trovato una fonte di ispirazione simile a "Poetry as insurgent art" di Ferlinghetti. È dannatamente ben scritto, è denso di contenuti, è divertente e fa pensare e fa indignare, com'è giusto che sia. È di certo uno dei migliori libri (top 3) che abbia letto quest'anno. È un libro che voglio raccomandare, regalare e rileggere.
Ad avercene di più! -
È passato qualche tempo dalla lettura di Manuale per ragazze rivoluzionarie ma in queste ultime ore ho divorato Perché non sono femminista di Jessa Crispin e tutta la rabbia è tornata, ancora più forte. Per tutte le volte che sono caduta e c’ero solo io. Per tutte le volte che ho fatto delle scelte ma nessuno mi chiedeva di farlo: ero solo io che volevo ad ogni costo trovare la via migliore, la maggior parte delle volte ovviamente sbagliando.
https://justanotherpoint.wordpress.co... -
Consigliato alle femministe alle prime armi.
Il manuale non ha niente di "rivoluzionario" in sé e per sé, affronta concetti già noti se conoscete un po' l'argomento - ma nel complesso costruisce un ottimo compendio di tutte le facce del patriarcato, abbracciando campi che vanno dalla storia all'attualità, dalla politica ai media. E se alcune riflessioni sono abbastanza banali, altre invece mi hanno spinta a prendere appunti.
Mi piace anche il tono combattivo dell'autrice; è sempre giusto ricordare che la lotta non è finita e non finirà, in caso qualcuno si illudesse del contrario.
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Sono dovuta arrivare oltre i quarant'anni per appassionarmi di femminismo?
Forse no, nel senso che sono sempre stata sensibile all'argomento, ma leggendo questo saggio, ironico, scorrevole, ma non banale, mi sono resa conto di quanto anch'io sia stata spesso succube del pensiero patriarcale, sia caduta nelle trappole del "e fattela una risata" o del "alla fine sono solo piccole cose", e invece no. La risata ce la facciamo su altri temi e le cose si affrontano sia se sono piccole che grandi, si cerca di cambiarle o quanto meno si sottolineano le incoerenze che ne conseguono.
E' un libro che dovrebbero leggere tutti. Uomini e donne, giovani e adulti, chi ha già, o pensa di avere, una buona sensibilità e chi tutto sommato vive bene nella sua bolla. Perchè il cambiamento non riguarda solo noi, ma anche i nostri figli, nipoti, cugini, fratelli, e sarebbe davvero bello regalare loro un mondo un po' più giusto, un po' meno sessista. -
Giulia Blasi offre un ottimo primo approccio al femminismo, che invita a riflettere molto sui vari temi che tratta: si parla del patriarcato e di quello che ci porta a fare e
pensare, della definizione generale di femminismo, si parla di politica, di social, e risponde pure a delle domande che vengono fatte più spesso alle femministe. È un libro che coinvolge, ti fa sentire molto partecipe parlando direttamente a te che stai leggendo. Mi sono ritrovata molto nel libro, in particolare quando si è parlato di disturbi alimentari , vivendolo in prima persona, quando si è parlato dei disturbi alimentari, la maggior parte creati, per colpa dei canoni estetici che la società crea. Chiunque stia passando la mia stessa situazione, voglio ricordarvi che non siete soli, c’è la possiamo fare tutti, sempre a piccoli passi. Ritornando a noi, è un libro per chiunque, che apre la mente su molti aspetti che magari prima non ci facevamo nemmeno molto caso, e soprattutto, abbiamo sempre bisogno di dar voce è farci sentire su questi temi sociali che riguardano tutti noi. -
Un saggio sul mondo in cui le donne devono vivere quotidianamente.
A volte non sembra ma non viviamo in un mondo in cui noi donne siamo ben accette se non rimaniamo in un angolo e auspichiamo a ricoprire posizioni di rilievo.
Da leggere con parsimonia, un po alla volta per assaporarlo per bene. -
3 stelle e mezzo, ma le do 4 stelle perché, sotto sotto, le merita. Ho 23 anni e sapevo molti dei fatti e dei pensieri che Giulia Blasi espone nel suo libro, però ho apprezzato molto il suo approccio, che si prefissa di fare esattamente ciò che il titolo sintetizza: parlare alle ragazze. È un libro che, secondo me, tutte le ragazze delle superiori dovrebbero leggere, perché introduce ad una lettura femminista della realtà alla quale nessun media tradizionale sicuramente è solito far riferimento. Ho particolarmente apprezzato che la Blasi non si sia limitata al discorso femminista, ma abbia incluso nel suo discorso anche la comunità LGBTQ+ e altre minoranze, adottando quindi un approccio intersezionale.
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Questo libro è una piccola rivoluzione già da solo.
Lo spaccerò senza pietà a tutte le mie amiche.
Vorrei che tutte le mie coetanee potessero leggerlo.
Grazie Giulia Blasi, per le parole che non ero mai riuscita a trovare da sola. -
base generale del femminismo. Spesso si cade in ironie che eviterei e battutine con classificazioni controproducenti.
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Raramente sono stata così entusiasta per un libro che leggevo per la prima volta, tanto da lanciarlo metaforicamente tra le mani di almeno tre/quattro persone prima ancora di arrivare a metà. A volte mi dicevo "se vinco alla lotteria ne compro a scatoloni e regalo copie a tutti". Il perfetto compendio di concetti indispensabili, scritti in modo chiaro affinché non si possa non aprire gli occhi su quello che ci circonda. Un compendio che aiuta a incanalare la rabbia. Che ci ricorda che la lotta si fa insieme e per il bene comune.
Grazie Giulia Blasi per averlo scritto! Ne avevamo tutt* bisogno. -
Onestamente non sono riuscita proprio a capire gli intenti di questo libro. Capisco la volontà di creare una sorta di prontuario ricco di informazioni per ogni occasione (episodi di sessismo quotidiani, sul lavoro, in rete e addirittura come comportarsi in una eventuale ospitata in tv 😅) ma il risultato che mi è arrivato è una sorta di calderone in cui si salta di palo in frasca senza seguire alcun filo conduttore, se non quello del femminismo che per quanto mi riguarda è fin troppo debole per tenere insieme tutta questa roba.
Poi, per quanto riguarda i contenuti, non sono riuscita a goderne la fruizione perché vengono presentati tutti con una ironia forzata che cerca in tutti i modi di strappare una risata quando, il più delle volte, risulta semplicemente inopportuna, almeno per quella che è la mia opinione. Senza contare il fatto che ci sono argomenti trattati in modo assurdo, tipo quello delle “fasciomamme” (così definite dall’autrice) che rispondono alla definizione delle mamme pancine, ridicolizzate e prese di mira per un intero capitolo senza alcuno scopo apparente, se non quello di dimostrare di appartenere ad una categoria superiore. O ancora, un elenco dei diversi tipi di haters che è possibile incontrare in rete (davvero? Ce n’era bisogno?) con annessi consigli imperativi (rispondi così, rispondi cola, in quel caso non rispondere) davvero fastidiosi. Uno dei pochi punti che davvero ho apprezzato è quello in cui si spiega cosa sia realmente il femminismo, le diverse ondate e perché non basti definirsi femminista per esserlo. -
Ho ascoltato l'audio libro letto dall'autrice e forse è stato meglio che leggere perché Giulia Blasi é chiara, ben informata sulla situazione delle donne in Italia, sulla cultura che ci circonda e ha voluto scrivere qualcosa di semplice che potesse arrivare a tutti.
Mi sono stupita di come alcune cose sono così radicate in me da non aver mai fatto caso a quanto siano, alla fine, discriminanti.
Cose che prese singolarmente sembrano leggerezze ma che se vengono analizzate una per una (come viene fatto nel libro) danno uno scenario su cui c'è ancora fortemente da lavorare.
Ritengo questo manuale un libro utile per farsi un quadro della situazione femminile, alcuni temi sarebbero da approfondire ma dato che c'è molto lavoro di presa di coscienza da fare é un libro valido che va consigliato soprattutto per iniziare a pensare o scoprire davvero il pensiero femminista. -
Nel complesso è un buon lavoro. Offre una panoramica completa delle principali questioni che riguardano il femminismo contemporaneo, con particolare attenzione al contesto italiano. L'ho trovato a tratti un po' sbrigativo nel trattare alcuni argomenti (soprattutto nei capitoli conclusivi): nonostante nella premessa Giulia Blasi si rivolga anche a chi si avvicina ai temi del femminismo per la prima volta, a volte tende a dare per scontati o trattare frettolosamente dei ragionamenti che, per chi non ha conoscenze pregresse, potrebbero non essere così ovvi. Nonostante questo, mi sembra comunque un lavoro utile per fare il punto sullo stato del discorso femminista in corso in Italia o come punto di partenza per guardarsi intorno in modo più consapevole.
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Scorrevole e diretto, talvolta ironico, con un linguaggio semplice parla ed esemplifica temi complessi e non sempre scontati. Presenta esempi sulla nostra attualità politica e non. Spiega cos'è e come si manifesta in tutte le sue diverse forme il patriarcato, cos'è veramente e come nasce il femminismo e come applicarlo concretamente nella vita di tutti i giorni, con le dovute accortezze.
Un libro che a mio parere tutti dovremmo leggere, donne e uomini, in particolare chi crede che il femminismo sia solo per le donne, che sia contro gli uomini o chi crede che non ce ne sia più bisogno. -
Una bellissima introduzione al femminismo, con spinte verso l’approfondimento (titoli di libri, nomi di autrici), la conoscenza dei problemi e i dati reali. E recenti: il libro è del 2018, quindi non abbiamo neanche la rassicurazione che dice eh ma ormai la situazione sarà cambiata (Non so voi, ma io, di fronte alle istanze femministe, me la ripeto circa dieci volte al giorno, perché non voglio credere che il mondo sia così una merda. Tra parentesi, purtroppo vengo sempre smentita: l'ultima volta è stata qualche giorno fa, quando ho scoperto che i Premi Nobel in fisica assegnati a una donna, dal 1901 al 2020, su circa duecento vincitori, sono quattro. Sapete quando dicono che Marie Curie è stata la prima? Ecco, non dico anche l'unica, ma quasi).
Questo libro è anche una boccata d'aria fresca. Se siete come me, spesso su facebook o altri social trovate diversi commenti, anche molto lunghi, spammati come se non ci fosse un domani, che potremmo catalogare come 'propaganda MRA': lamentele inutili, critiche sterili, not all men, anche le donne uccidono, ma nessuno pensa agli uomini, le discriminazioni maschili. Non tutte queste affermazioni lasciano il tempo che trovano (è vero che di stupri maschili nessuno parla, ma esistono anche loro; è vero che esistono uomini non macisti e che sono spinti ad esserlo fin da piccoli; e spesso, tra l'altro, le femministe lo riconoscono!); ma avevo trovato legittime anche altre affermazioni, che mi avevano fatto sentire sporca, un po' come a essere d'accordo con Forza Nuova. Fortunatamente adesso, leggendo Giulia Blasi, quelle pulsioni sono sparite: ho capito finalmente perché bisogna chiamarlo proprio femminismo (gli uomini? Benvenuti! E se vi dà fastidio il nome, forse è perché vi turba il contenuto), perché il femminicidio è un termine importantissimo (femminicidio indica il movente, non la morta è una frase che probabilmente dovrei fare incorniciare e appendere da qualche parte), e perché, sebbene not al men sia tecnicamente vero, spesso è anche un modo per dire: "Sì, però io non c'entro, vero?". (Risposta: di solito, sì).
Tra l'altro, il pezzo in cui Giulia racconta come viene visto un femminicidio nella nostra società ha una potenza, una forza e un valore artistico non comuni da trovare in un saggio: vi consiglierei di recuperare questo libro anche solo per quella parte, che comunque potete trovare
qui, letta da Cimdrp, un'altra youtuber e formatrice brava, femminista e divertente.
La Blasi, insomma, parla di femminismo molto bene; è competente, spigliata e accogliente, e per non farci mancare nulla, scrive anche benissimo. La sua penna riesce a dare voce ai bisogni che ancora neanche sapevi di avere, alla rabbia inespressa che non ti sei mai resa conto di aver sotterrato, e anche alle colpe che hai commesso e che è doveroso espiare. E in più ti racconta anche alcune sue esperienze di vita, particolarmente sentite e toccanti.
Ho comprato il libro cartaceo e lo consulterò spesso; ma resto una grandissima fan dell'audiolibro, letto da lei stessa, perché oltre a tutto, ha una delle voci più intrattenenti e rilassanti che conosca, e che ascolterei per ore di fila - cosa che in effetti ho fatto.
Questa recensione non vuole però darvi l'idea che sia frutto di una lettura acritica, e quindi ecco qualche parere discordante da quello della Blasi.
Innanzitutto, per quanto la presentazione delle discriminazioni che la nostra società aveva (e ha ancora) nei confronti delle donne sia puntuale e abbastanza completa, il nemico ideologico principale del femminismo, il patriarcato (sì, si chiama così), viene presentato ai lettori soprattutto tramite esempi: il patriarcato ha la faccia di, il patriarcato è tua nonna/tua madre/il tuo capo/tua sorella/tu. Esempi sempre calzanti, ma che ne mettono in luce soprattutto gli effetti, e quindi non consentono di inquadrarlo bene e chiaramente, in tutte le sue complesse sfaccettature di sistema sociale. Avrei preferito di più, almeno all'inizio, una definizione, anche accademica, breve e precisa; bene gli esempi, ma dopo. Un po' come poi la stessa autrice ha fatto dopo, con la distinzione tra misoginia, maschilismo e sessismo, distinzione che non conoscevo e che credo di dover ancora rileggere e approfondire meglio.
Anche il capitolo intitolato il mito della donna forte, a mio parere, è un po' più debole del resto del libro, perché mi sembra confuso e senza un'idea chiara alla base. Si comincia con la demolizione di donne che hanno o hanno avuto ruoli di potere, ma che femministe non lo sono neanche di riflesso, come Margaret Thatcher e Marine LePen; e fin qui, tutto bene. Poi si passa a una critica non troppo chiara ed esplicita alle supereroine, che "vengono celebrate in proporzione a quanto riescono a menare come i suoi pari" (sì, però Giulia, dimmelo chiaro: se mi piacciono i film di supereroi, e mi piacciono, mi devo sentire in colpa oppure no?); quando invece, secondo l'autrice, bisognerebbe dare spazio a una "cultura femminile basata sulla solidarietà e alla condivisione" (ma le donne non erano spinte dal patriarcato a odiarsi fra loro?), poi malamente giustificata da una descrizione dell'economia domestica in cui "non importa chi faccia meglio il bucato, l'importante è che venga fatto" (si sta parlando di ruoli non prestigiosi né di potere, non è troppo complicato fare il bucato, cosa c'entra con una supereroina chiamata a salvare il mondo?). Infine, si conclude con un vago messaggio in cui "la forza sta nella gentilezza ma in realtà no però sì", in cui da una parte sembra non vada bene che ci siano donne leader nelle serie tv (tra l'altro: tutte quelle che mi vengono in mente non sono stronze), e dall'altra però cerchiamo riferimenti in donne che, ai miei occhi, sono più che supereroine (perché sono vere), da quelle che si rifiutano di sposare i loro stupratori gettandosi addosso l'odio di tutto il loro paese (Franca Viola e Anna Maria Scarfò), fino alle partigiane, comuniste ed entrate nell'assemblea costituente, come Teresa Noce.
Inoltre, anche se durante la lettura/ascolto mi sono ritrovata a sottolineare un sacco di frasi con la scritta "TROPPO VERO!!", "QUANTO HAI RAGIONE!", "VERISSIMO!", "ESATTO!", ci sono state alcune parti che non ho condiviso con lo stesso trasporto, come la tendenza ripetuta a chiamare femminili e maschili certi comportamenti e attitudini (ne capisco il senso, ma pensavo che i ruoli di genere li volessi eliminare), e altre parti in cui ho storto un po' il naso, soprattutto quelle riguardanti i tabù sessuali. Io ho ventidue anni, e quindi, per citare Giulia, faccio parte di quella generazione che si deve inventare un po' come si fa, per superare questo problema; ecco la mia umile proposta, qui sotto nella parte spoiler.
Detto questo, ricordate che queste sono critiche relative a una decina di pagine al massimo, su trecento in totale. Quindi certo, questo libro non è da cinque stelle, ma da quattro sicuramente. Anche quattro e mezzo, se potessi. -
Questo libro risponde a una necessità che, in questo momento in Italia, si fa sempre più irrimandabile: un manuale semplice, divertente, assolutamente non spaventoso (ha pure la copertina rosa, dai!!), completo e intelligente per spiegare il femminismo. Siccome in giro ci sono ancora persone che credono che le femministe siano delle pazze isteriche che non si depilano, che non fanno sesso e che non sanno ridere alle battute, gente che vorrebbe l'uomo schiavizzato e spogliato di ogni diritto, questo libro è la risposta giusta.
Giulia Blasi tratta di una serie di temi al centro delle discussioni femministe, tra i tanti, le molestie, la differenza di stipendio delle donne, la libertà sessuale, il #MeToo... e lo fa spiegandoli in maniera chiara, semplice e precisa, fornendo tante spiegazioni ed esempi, sia nel mondo italiano sia all'estero. Inoltre, nella seconda parte del libro, spiega tutti i modi in cui una persona può attivamente fare parte del movimento e rendere, anche nel proprio piccolo singolare, il mondo un po' più inclusivo e rispettoso, un mondo dove è più bello vivere per tutti.
Come dice giustamente nel titolo, è un manuale, quindi una base teorica, direi adatto per una fascia di età giovane, da cui poi partire con altre letture e con un atteggiamento più consapevole.
Giulia Blasi è poi molto presente nei social, che siano Twitter o Instagram, da cui ha fatto partire le campagne di cui parla nel libro. Per chi già non lo fa, seguirla è un piccolo passo in più nell'azione. -
Tutti dovrebbero leggere questo libro.
Sicuramente uno dei testi più completi che abbia letto nell’ultimo periodo, spazia di argomento in argomento restando un testo fruibile anche per chi non sa nemmeno cosa sia il femminismo. Non posso che consigliarlo a chiunque, anche soltanto per la sezione faq presente alla fine del libro. Se solo ne avessi la possibilità lo proporrei come lettura nei licei. -
La riprova che si può parlare di tutto, davvero di tutto, senza cadere nella trappola dell'ampollosità e cedere alle lusinghe dei paroloni.
A mio avviso, un buon punto di partenza per chi di femminismo "teorico" (passatemi il termine) ne sa poco e vuole iniziare a muoversi in questo mare.
Consiglio vivamente di ascoltarlo come audiolibro. -
Interessante e un buon punto di partenza per approfondire diversi temi, ancora attuale (o meglio, usa esempi e situazioni recenti - che posso ricordarmi/ho vissuto) nonostante il mondo e il web corrano veloci. Nota a me stessa: il saggio non è il tuo genere preferito, ci metterai sempre un po' di più a leggerlo. Anche questi più pop.
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Nulla che non avessi già sentito, ma è stato un piacevole ripasso. Inoltre, è organizzato in maniera intelligente, e questo mi ha aiutato a mettere in ordine le varie nozioni di femminismo apprese negli anni anche nella mia testa.
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Molto riflettere
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Libro da far leggere nelle scuole.