Download Now Parità In Pillole Assembled By Irene Facheris Accessible Through Paperbound
Conoscevo Irene per la rubrica omonima su youtube e ho voluto leggere il libro sulla fiducia, Il libro in sè l'ho trovato molto scorrevole e chiaro non è il primo libro che parla di femminismo/parità che leggo, per cui molti temi mi erano familiari.
Credo che l'autrice sia riuscita nell'intento di scrivere un libro non pesante che introduca una serie di ragionamenti sul femminismo/parità senza voler approfondire tutto, ma che costituisca uno spunto iniziale, una base comune di partenza.
Il linguaggio è semplice e alla portata di tutti, a differenza di molti saggi, Penso potrebbe essere un ottimo punto di partenza per molte persone, soprattutto se confuse o ignare rispetto questi temi, Dostelle, che per me è davvero tanto, perché Irene si riconferma una lettura piacevole, scorrevole e sopratutto utile, Avevo già letto il suo primo libro “Creiamo cultura insieme”, e questo è esattamente sulla stessa linea: vuole dare informazioni riguardo una parità trasversale e vuole darle a tutti, a prescindere dalla formazione e dalle conoscenze di ognuno.
Laccessibilità dei contenuti, spiegati in modo chiaro e semplice, è proprio il punto di forza di Irene anche nei video su Youtube per i quali è conosciuta,
“Parità in pillole” è uno di quei libri da sottolineare e tenere “sul comodino” della vita, per tirarlo fuori al bisogno, quando si ha necessità di un ripasso o semplicemente ci vogliamo ricordare da che parte sia giusto stare.
Lo consiglio assolutamente a chi è interessato al genere sociologia e psicologia in primis, ai diritti e alla parità, ma lo regalerei a chiunque, Premessa: io ho guardato ogni puntata della rubrica "Parità in Pillole" e negli ultimi anni mi sono molto informata anche altrove per quanto riguarda femminismo, discriminazioni e parità, perciò erano temi che già masticavo parecchio.
Con questa premessa, posso dire che il libro non mi è stato utile, Nel senso: sapevo già tutto quello che ho letto, È stata una lettura piacevole, un ripasso, ma non un libro che mi abbia particolarmente illuminata, come invece "Manuale per ragazze rivoluzionarie" e "Liberati della brava bambina", per fare due esempi sullo stesso tema.
Un po' come anche il primo libro di Irene, "Creiamo cultura insieme", mi ha lasciato un senso di "non abbastanza", una sensazione di "okay, va bene, ma fammi sapere di più".
Che da una parte per me è un male perché, se compro un libro su un argomento, mi aspetto che quell'argomento venga trattato in modo esaustivo, dall'altra capisco che l'intento di Irene almeno credo fosse proprio quello di far accendere la scintilla della curiosità a chi il femminismo non lo conosce.
Il linguaggio è molto semplice, alla mano, comprensibile per persone di qualsiasi età,
Insomma, non è un libro che, per quanto mi riguarda, ho trovato particolarmente brillante e utile, perciò le mie stelline sarebbero tre, Ho aggiunto mezza stellina perché sono fan di Irene, credo in quello che fa, e le sono grata per la rubrica "Parità in pillole", e un'altra mezza stellina per i temi trattati, che, secondo me, meritano visibilità e votazioni alte a prescindere da quanto il libro possa aver rispecchiato i miei personalissimi gusti in fatto di saggistica.
Molto bello. Offre molti punti su cui riflettere, Premessa: io a Irene devo moltissimo, Seguo i suoi video da anni, da prima ancora che nascesse la rubrica Parità in pillole, rubrica che tra laltro ho seguito interamente, a suo tempo, Le devo moltissimo e non le sarò mai abbastanza grata per questo,
MA
Sì, cè un ma,
Ma questo saggio è, di fatto, una guida orientativa per chi non si è mai interessato a queste tematiche, La comunicazione che Facheris sceglie di adottare è assolutamente efficace in questo senso: semplice, chiara, logicamente ineccepibile,
Avrei voluto vedere delle fonti, però: esempio, si parla dellincremento di un dato fenomeno Voglio delle statistiche direttamente riportate sul testo, Anche sotto forma di nota a piè di pagina, se si pensa che aggiungerle nel corpo del testo possa rendere la sua lettura meno agevole,
Mi si potrebbe obiettare che la citazione di importanti studi scientifici potrebbe rendere più ostica la lettura di un libro simile e possa rendere meno propense le persone ad avvicinarvisi.
Io, invece, dico il contrario, Perché far sapere a un lettore inesperto che ci sono decenni di gender studies e molto altro dietro, forse può dare unidea della veridicità della problematica anche dal punto di vista scientifico.
Riportare nel testo fonti autorevoli, a mio avviso, non può fare altro che avvalorare il discorso,
Mi sono ritrovata a fare questo pensiero più e più volte,
Per quanto io sia assolutamente consapevole che lautrice è una persona molto preparata in materia, materia alla quale ha dedicato i suoi studi, sono rimasta delusa, E questo mi addolora molto, Questo saggerello privo di fonti è un buon punto di partenza per iniziare a capire qualcosa di femminismo e soprattutto del fatto che è il femminismo intersezionale e inclusivo a essere il femminismo piú coerente, sensato e giusto.
Peccato davvero che non ci siano le fonti sui numeri, altrimenti sarebbe stato un must read,
L'intersezione è un incontro, Il femminismo intersezionale è convinto che ci sia un filo rosso che colleghi le diverse discriminazioni, Il sessismo. , il razzismo, l'omofobia sono collegati. Quindi perché trattarli come se fossero problemi lontani fra loro Perché sprecare energie per distanziare qualcosa che è, nei fatti, collegato Perché è vero che una donna subisce un certo tipo di discriminazione, ma una donna nera subisce la discriminazione data dall'essere donna e la discriminazione data dall'essere nera.
Possiamo provare a occuparcene Non è che forse scopriamo che alcune di noi possono usare il proprio privilegio ad esempio, essere bianche per aiutare le sorelle di colore a combattere la battaglia contro il razzismo
Rispetto agli anni degli Elementi di critica omosessuale dell'immortale Mario Mieli, in cui lui stesso vedeva come parallele ma incompatibili la lotta di liberazione omosessuale e quella femminista, sono stati fatti enormi passi avanti.
Infatti negli anni 'era ancora in corso la seconda ondata del femminismo, che si distinse per essere separatista: all'epoca era necessario realizzare l'idea della stanza tutta per sé di cui parlava Virginia Woolf.
Il virgolettato è ripreso dal racconto sulla terza ondata, quella degli anni ', in cui finalmente il sogno di Mieli di vedere le checche e le femministe unite sotto la stessa lotta diventa realtà.
Certo non è piú una lotta concentrata contro il capitalismo sregolato, ma contro il suo pargoletto prediletto di nome Patriarcato, È il classico elefante nella stanza di cui a un certo punto si ignora l'esistenza, In due parole il patriarcato è vedere il maschio come piú affidabile della femmina, e quindi conferirgli il comando politico e sociale, Roba che può sembrare anacronistica, ma basta osservare un attimo il mondo intorno a noi per accorgerci che nella stanza dei bottoni ci sta sempre un uomo, e non sempre per merito, ma solo perché è un uomo.
Di fatto le quote "blu" ci sono, e molto spesso la meritocrazia è solo uno specchietto per le allodole, Comunque: il femminismo intersezionale è il miglior femminismo possibile, perché unisce le tante e diverse vittime della violenza perpetrata dal maschilismo, Ma il maschilismo colpisce anche gli uomini bianchi omorepress, . . ahem, uomini bianchi only etero, non ti credere, Il racconto che le vittime non facciano parte dello stesso gruppo dei carnefici è una cazzata, Basta pensare a chi è secco, o timido, o effeminato, o anche solo rispettoso e sensibile, Nello spogliatoio dei maschî alfa esiste il bullismo, ed è sempre contro chi è fisicamente o mentalmente piú vulnerabile,
Il femminismo intersezionale dice due cose:
, Le discriminazioni sono collegate tra loro, quindi uniamoci per combatterle
, Per quanto tu sia discriminata o discriminato, c'è qualcuno che sta peggio di te, quindi ricordati di aiutare anche lui nella sua battaglia, oltre a combattere la tua.
Yup.
Il termine “femminicidio” non indica il genere della vittima ma la ragione per cui è stata uccisa
In parole povere quando una donna viene uccisa, può trattarsi di un omicidio o di un omicidiofemminicidio.
La differenza è che nel primo caso ti ammazzo a presicindere dal fatto che sei una donna es, Una ladra viene uccisa mentre ruba/Un pazzo fa una strage con un AKe lascia a terra venti persone fra cui otto uomini, nove donne, e tre persone intersessuali/ Il maggiordomo avvelena per sbaglio la consorte del padrone e non il padrone, mentre nel secondo caso ti ammazzo perché sei la mia donna e se non posso averti io non ti avrà nessuno, e quindi ti apro il cuore con il coltello da cucina.
Succede una volta ogni tre giorni in Italia, dieci volte al giorno in Messico, insomma la situa è grave e se ne parla troppo poco, L'omicidio di Maria Paola avvenuto a Napoli sitelink ilfattoquotidiano. it/ è non solo un caso di omotransfobia, ma è anche un femminicidio, perché quel miserabile del fratello di Maria Paola era convinto che lei dovesse in qualche modo rispettare la sua maschilista visione del mondo.
Non ha accettato che sua sorella non fosse sua in questo senso, cioè che non fosseaderente all'idea canonica che lui ha in testa,
Viviamo in una cultura dello stupro perché una donna su tre è vittima di stupro, La maggior parte delle violenze è da parte di mariti, fidanzati, amanti, L'degli stupri non è denunciato
In India vengono denunciati centostupri al giorno, Chissà quanti non vengono denunciati, Dice l'autrice che sono l', ma qui si palesa il difetto maggiore del saggio Parità in pillole: non c'è uno straccio di fonte! Cara Irene Facheris, non ci sarebbe voluto molto a mettere anche solo un articolo di giornale sitelink infodata. ilsoleore. com/ . Se non metti nemmeno una fonte il tuo saggio si riduce a un flusso di coscienza che non verrà mai citato e che quindi cadrà presto nel dimenticatoio, sommerso da tutti quegli altri che invece le fonti le indicano.
Comunque il punto è un altro: c'è una roba chiamata cultura dello stupro, Agli uomini piace stuprare le donne, Sí, okay, ogni milletrecento stupri perpetrati da uomini ce n'è uno perpetrato da una donna non ho le fonti ma fidatevi eh, beh la cultura dello stupro racchiude ildegli stupri, quindi anche quello,che perpetrano le donne.
In tutti gli altri casi è un uomo cisgender penemunito e con in testa un criceto in prognosi riservata o biglietti del tram scaduti a violentare una donna o un altro uomo.
Diciamocelo: l'idea bestiale di fare sesso violento contro la volontà del nostro oggetto del desiderio ci è passato per la testa almeno una volta nella vita, sia alle donne sia agli uomini sia a tutti i generi che stanno nel mezzo sia a quelli che stanno fuori dallo schema.
Chi mente è un bugiardo, siamo tutti animati dal desiderio di scopare, La differenza fra chi effettivamente compie lo stupro e chi invece lo relega a desiderî iperbolici accanto all'ammazzare il datoresfruttatore e bruciare le bandiere dei partiti politici sofisti è una piccola cosuccia carina carina: l'etica personale.
Purtroppo moltissima gente vive alla ricerca della propria egocentrica soddisfazione, e l'umorismo sul pensare solo e soltanto a sé stessi e alla propria gratificazione può fare danno, se fatto male.
Formuliamo diecimila pensieri al giorno, e alcuni di quei pensieri diventano ricorrenti e poi azioni concrete se non usiamo il filtro dell'etica, Ad oggi si parla ancora di stupro come di una roba iperbolica, ma è sufficiente confondere il “tesoro, oggi non mi va” con un inesistente “ti sto dicendo di scoparmi contro la mia volontà perché ho una vampata di kinky che voglio che tu soddisfi nonostante sembri del tutto evidente che non ho alcuna voglia adesso”.
Non sempre una persona urla e piange mentre viene stuprata, Del resto fino a qualche anno fa nel contratto di matrimonio la donna doveva soddisfare la voglia di scopare del marito anche contro la sua volontà,
Ora si passa a un argomento ancor piú controverso, seppur molto meno grave,
Una battuta funziona quando se la prende con chi è in posizione di potere o quando chi la dice fa parte della categoria presa di mira
“Ehi, ma se uno dice una cosa sotto forma di battuta è automaticamente scusato!”
No, sorry, non funziona cosí.
Se il mio amico marocchino fa una battuta sui negri, posso anche ridere, perché la battuta è fatta da uno che subisce l'odio razziale se la stessa battuta me la fa un nazista, il minimo che posso fare è restare col muso.
L'ironia, il sarcasmo, il black humor possono essere fatti bene o dimmerda, sta tutto nel contesto: dipende da chi fa la battuta, in che periodo la fa, chi è il suo pubblico e qual è il contenuto della battuta.
Conosco uno che fa sempre battute proviolenza, Generalmente lo assecondo o lo ignoro sono battute assai scontate e ripetitive, ma quando ha fatto l'osanna della violenza anche quando un nostro amico ha menato uno che lo aveva menato per primo, lí non solo non ho riso ma l'ho criticato aspramente.
In definitiva la satira va fatta a favore delle vittime, sennò è una mera e miseranda goliardia fascistoide, Per questo i migliori comici sono quelli che vanno contro il potere e non contro chi al potere è sottomesso, Ma quanto è da codardi prendere in giro gli immigrati che affogano nel Mediterraneo Quanto è da vigliacchî prendere in giro le donne vittime di violenza e di stupro Quanto è da fascî il victim blaming
Le battute sessiste, cosí come gli insulti, contribuiscono a rafforzare gli stereotipi
Usare la parola troiaputtanazoccola e affini come un insulto dà potere all'idea che fare sesso per soldi sia sbagliato.
Le parole, quando si insulta, perdono parzialmente di significato, ma solo per chi le pronuncia, In realtà mantengono tutta la loro potenza di fuoco, infatti ancora oggi le donne che si prostituiscono in tangenziale vengono viste come delle peccatrici, quando invece bisognerebbe riflettere sulla legalizzazione della prostituzione per toglierle dalla strada, dare loro finalmente la possibilità di scegliere di non prostituirsi e per chi vuole continuare, farlo senza papponi e mafiosi varî ma in proprio, oppure con il sostegno dello Stato.
Si potrebbe usare la parola “stronza”, ché associa la persona in questione a una semplice, onesta e disgustosa cacata, anziché appigliarsi a giudizî morali su figure professionali esistenti dall'alba dei tempi.
Di seguito un paio di battute di stand up comedy che Facheris riporta e che amo: “Certo che si possono fare battute sullo stupro, dipende dalla battuta.
Una persona una volta mi ha scritto un tweet dove diceva Riderò a una battuta sullo stupro quando saprò che nessuno nel pubblico è stato stuprato e io ho immaginato la selezione all'ingresso: Sei stata stuprata Mi dispiace, non puoi entrare!” Battuta di Ricky Gervais censurata nel saggio “Lo stupro è ovviamente un crimine orrendo, ma le battute sullo stupro sono uno spasso.
Perché fanno sembrare molto cool e pericoloso il comico che le fa, e la verità è che l'argomento che dà meno problemi nella comicità, perché chi mai denuncerebbe una battuta sullo stupro Cioè, mi verrebbe da dire le vittime di stupro, ma si sa che loro non denunciano” Battuta di Sarah Silverman che è l'esempio perfetto di black humor contro il potere, quello che è vero black humor, quello che combatte le brutalità della vita anziché elevarle a idolo.
Insomma la punchline il fulcro della battuta deve essere la violenza, non la vittima della violenza,
Poi c'è anche una roba interessante: quella situazione in cui l'uomo non voleva essere molesto ma lo è comunque, insomma quando uno molesta senza farlo apposta, senza che sia davvero sua intenzione.
Purtroppo l'autrice non riporta alcun esempio ma solo una analogia con un incendio colposo, ma comunque questa è una cosa che non avevo considerato, seppure non riesco a immaginarla.
Cioè, è una molestia quando riempio di complimenti una persona con il solo scopo di farle sapere che mi piace quello che indossa Mi verrebbe da pensare che sia un problema suo, se si sente molestata quando io le sto solo facendo dei complimenti cioè, piú che un problema suo, una associazione pregiudiziale a molestie subite che si basavano sui complimenti.
Boh, è un bel casino da approfondire,
Ottimo

saggio, se tralasciamo la grave omissione delle fonti che toglie quella che sarebbe stata una forza dirompente, Consiglio questo libro a tutti per avere una infarinatura o un ripasso di tutte quelle piccole e grandi brutalità che soffrono le donne e in una certa misura anche gli uomini, tipo la violenza ostetrica e la mortificazione se si vuole abortire, come anche il divieto fattuale di abortire in modo opportuno.
Ah, lo subiscono solo le donne questo Mizzica, .