Uncover Tutto Chiede Salvezza Generated By Daniele Mencarelli Available In Physical Edition
Lo definirei un DAvenia con la depressione, Prosa a tratti adolescenziale e asfittica bonus: punteggiatura alquanto
dubbia, personaggi caricaturali e stereotipati sul trattamento della transessualità glisso, che é meglio a cui però è facile affezionarsi.
Non trovo che il romanzo dia chissà quale prospettiva sulla malattia mentale, il tutto rimane abbozzato e non cè nessuna riflessione innovativa o che spicchi.
Tante frasi da sottolineare probabilmente sono vicina al TSO anchio, ma non bastano a fare un romanzo riuscito.
Lascia il tempo che trova, "Vivrò da infelice, prima o poi il dolore avrà la meglio, ma non siete voi quello che voglio diventare.
"
Commossa, lascio la parola a Daniele,
"Bastava talmente poco, Bastava ascoltare, guardare negli occhi, concedere, Una volta, una sola volta, Invece non lo hanno fatto, Perché per loro non eravamo degni di essere ascoltati, Perché i matti, i malati, vanno curati, mentre le parole, il dialogo, è merce riservata ai sani,
Questo abbrutimento è la scienza Non aprirsi mai alla pietà, svuotare luomo sino a farlo diventare un ingranaggio di carne.
Sentirsi padroni di tutte le risposte, È questa la normalità La salute mentale La vera pazzia è non cedere mai, Non inginocchiarsi mai. "
ottobre A visione terminata della Serie TV, nonostante gli interpreti siano davvero bravi, posso dire che è stato snaturato il senso complessivo del libro, pur riportando frasi citate testualmente nei dialoghi della sceneggiatura.
Della love story completamente assente nel libro, io non sentivo affatto la necessità “Bastava talmente poco,
Bastava ascoltare, guardare negli occhi, concedere,
Una volta, una volta sola,
Invece non lo hanno fatto,
Perché per loro non eravamo degni di essere ascoltati,
Perché i matti, i malati, vanno curati, mentre le parole, il dialogo, è merce riservata ai sani.
Questo abbrutimento è la scienza
Non aprirsi mai alla pietà, svuotare luomo fino a farlo diventare un ingranaggio di carne.
Sentirsi padroni di tutte le risposte,
È questa la normalità La salute mentale”
Toccante, vero, Da leggere. Da non dimenticare. TRA MATTI CI SI DÀ DEL TU
Le altre persone crescono, fanno la conoscenza della morte, dellamore, di come è fatta la vita in generale, e se ne fanno una ragione, convivono tranquillamente co tutto.
Io no. Non riesco a facce labitudine, Ogni giorno nasco e rifaccio i conti da capo, di notte è come se morissi, pe rinasce la mattina dopo, forse èper questo che soffro dinsonnia.
Il collega ieri ha parlato di alfabeti, di codici che cinsegnano da ragazzini, e come considera una persona che non riesce ad apprendere lalfabeto Un ritardato appunto.
Si scrive pazzia, si legge malattia mentale, oppure disturbo psichico, Ma si pronuncia dolore.
I matti soffrono.
Non si divertono, non giocano a fare i pazzarielli: semplicemente, stanno male, non riescono a venire a capo dellassurdità della vita, a far labitudine allesistenza.
Ad apprendere lalfabeto del vivere,
Scompenso che genera in loro patimento,
Daniele Mencarelli mette in scena un io narrante che si chiama allo stesso modo, Daniele Mencarelli, ventenne che per una crisi di rabbia con deriva violenta, è sottoposto a una settimana di TSO, Trattamento Sanitario Obbligatorio, in un reparto psichiatrico dei castelli romani.
Sette capitoli per sette giorni, Dalla colazione alla cena, passando per il gran caldo in quelle stanze, lo schifo del bagno, cosa si vede dalla finestra e cosa in televisione i mondiali di calcio in USA, approdando allinsonnia notturna.
Nella stanza ci sono cinque ricoverati, oltre Daniele: uno in stato catatonico, uno pressoché catatonico, gli altri tre forniscono il corpo maggiore al racconto, allinterrelazione con Daniele, che è il più giovane del lotto.
E, dopo un po mi sono dimenticato di essere in mezzo a un diario, o memoir, dal forte tratto autobiografico: dopo un po leggevo magnifica narrativa.
Piena di vita vera e umanità e profondità, come succede con la migliore letteratura,
Mencarelli autore e Mencarelli narratore trasudano pietas contagiosa che si trasmette al lettore, mi contagia: avrei voluto stringere quelle creature, chi sessantenne, chi checca isterica, chi orco di pane, abbracciarle, proteggerle, schermarle dalla vita che a loro riserva meno salvezza che ai “normali”, ai “sani di mente”.
Togliersi un poco da se stessi, placare il motore impazzito che gira nel petto, quello che esplode dentro: ecco cosa vuol dire Salvezza.
Mencarelli sinventa dialoghi in romanesco romano che tolgono ridondante pathos al tormento e gli regalano statura titanica.
E vogliamo dirlo che per tutti i “picchiatelli” sembra essere il rapporto con la madre a generare il disagio La mamma assente, quella troppo presente, quella scappata, quella sensitiva
Forse, questi uomini con cui sto condividendo la stanza e una settimana della mia vita, nella loro apparenza dimessa, le povere cose di cui dispongono, forse loro, malgrado tutte le differenze visibili e invisibili, sono la cosa più somigliante alla mia vera natura che mi sia mai capitato dincontrare.
Che magnifica sorpresa questo libro, Che dono.
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