Viaggio in Portogallo by José Saramago


Viaggio in Portogallo
Title : Viaggio in Portogallo
Author :
Rating :
ISBN : 8806173812
ISBN-10 : 9788806173814
Language : Italian
Format Type : Paperback
Number of Pages : 523
Publication : First published January 1, 1983

Dal Premio Nobel per la letteratura 1998, la storia di un viaggio nell'affascinante terra portoghese si trasforma nello spunto per una riflessione sul viaggiare come esperienza fondamentale, e sull'uomo-viaggiatore che registra dentro di sé impressioni e frammenti di esistenze, in un percorso conoscitivo e sentimentale che appare inesauribile. "Questo Viaggio in Portogallo è una storia. Storia di un viaggiatore all'interno del viaggio da lui compiuto, storia di un viaggio che in se stesso ha trasportato un viaggiatore, storia di un viaggio e di un viaggiatore riuniti nella fusione ricercata di colui che vede e di quel che è visto... Prenda il lettore le pagine che seguono come sfida e invito. Faccia il proprio viaggio secondo un proprio progetto, presti minimo ascolto alla facilità degli itinerari comodi e frequentati, accetti di sbagliare strada e di tornare indietro, o, al contrario, perseveri fino a inventare inusuali vie d'uscita verso il mondo. Non potrà fare miglior viaggio".


Viaggio in Portogallo Reviews


  • Luís

    I recommend this book to everyone who likes to travel, especially Portugal. Impressions and personal accounts of more and less known places in a picturesque Portugal.

  • merixien

    Portekiz’e taşınma sürecimde okumaya başladığım bir kitap olduğu için benim için her zaman yeri ayrı olacak. Her ne kadar bir roman olarak geçse de, kitap Saramago’nun gözünden ülkesinin tarihi, ödediği bedelleri, hikayelerini anlattığı bir gezi kitabı. Hiçbir gezi rehberinde bulamayacağınız rotaları, insanları bu kitapta bulabilirsiniz. Açıkcası benim yanıbaşımda duracak, zaman zaman dönüp tekrar kendime rotalar çizmemi sağlayacak bir başucu kitabım oldu. Eğer Portekiz’e ya da gezi yazılarına özel bir ilginiz varsa mutlaka tavsiye ederim. Yalnızca sıkılmamak için, zamana yayarak uzun soluklu bir okumaya dönüştürmeniz daha iyi bir tercih olabilir.

  • ·Karen·

    Saramago is a congenial travel companion, although I have to admit to less of an interest in churches than he displays. Actually, than most people display.
    It was over-ambitious of me to think that I would actually read all of this before travelling to Portugal, and maybe, maybe it was over-ambitious of Saramago to think that he could create something that was neither guide book nor travel book. Maybe, maybe it was my mistake to think that I could use something that wasn't meant as a guide book as one. It was certainly my mistake to think I could read a travel book. Far too repetitive. Samey. The beauty of the writing and the pleasure of the company doesn't quite make up for the fact that basically, he's visiting places that have little to offer apart from, (yawn) a church.
    Oh, a church.
    Yes.
    A church.
    Oh, and another church.
    And, look! another church where it's hard to get hold of the key.
    In a place where the people use the church as a place to celebrate mass, and don't think of it as a place to visit.
    Hmmm.
    Yes.
    The voice is a delight. I did enjoy his company. But I think I would have to take a year out of my life to follow his journey with the kind of respect and attention that would be his due. Sorry.

  • Ana Filipovic

    Žoze, ako se ikada sretnemo na onom svetu, dugo ćemo pričati o ovom delu.

  • Ratko

    Не могу рећи да је ово лоше написано дело. Сарамага заиста волим, његов стил и његову реченицу, којих ни овде не мањка. Међутим, ово путовање је веома репетитивно и повремено замарајуће.
    Неименовани путник (сам писац?) путује Португалијом уздуж и попреко, од севера ка југу и од запада ка истоку, али изгледа као да су цркве и њихова архитектура једина вредност коју поима. Као на траци се смењују описи многобројних цркава по различитим португалским местима, од најмањих и напуштених села, па све до Лисабона. Реч је ту највише о архитектноској (не)успелости и композицији, а много мање о утисцима које те грађевине на путника остављају. Нема ни дубље анализе португалског фолклора или упознавања са људима који живе на тим територијама.
    Опет кажем, не бих рекао да је ово дело лоше, али мислим да би ово било изузетно кад би се објављивало као фељтон или цртице у новинама, нпр. једном недељно. Овако се човек брзо засити и пресити.

  • Gauss74

    Non è dovuto trascorrere molto tempo da quando ho ricominciato a leggere con intensità, per rendermi conto che c'è un limite nelle dimensioni di una storia oltre il quale mantenere il livello qualitativo della stessa diventa pressochè impossibile. Non escludo che una delle cause possa essere l'età che avanza del lettore (sono finiti i bei tempi in cui si facevano le ore piccole per arrivare alla ottocentesima pagina, che so, di Shogun di james Clavell), ma questo non incide minimamente sulla generalità di questa regola.
    E' il motivo principale per cui esito ad accostarmi ai fratelli Karamazov di Dostoevskij, e per cui esitavo ad accostarmi alle 500 pagine di questo "Viaggio in Portogallo" di Saramago. La motivazione che in questo caso mi ha spinto è abbastanza dozzinale, ma forse meno di quanto non si pensi: la figura sulla copertina dell'edizione Einaudi è stupenda, mi fa venire voglia di visitare Lisbona, e soprattutto di ringraziare Sandra per avermi usato la gentilezza incredibile di avermelo procurato.
    In parte mal me ne incolse, perchè la regola del troppo lungo resta puntualmente confermata: "Viaggio in Portogallo" di Josè Saramago è una palla infinita.
    Un infinito ripetersi di paesini di campagna che sembrano tutti uguali, con la stessa chiesa consacrata sempre allo stesso santo (ci saranno almeno trentacinque Chiese Madri e almeno venti Nossa Senhora de Annunciacao), gli stessi azulejos, le stesse statue, gli stessi chiostri. Per cinquecento pagine. Cinquecento. Roba che ti ricorda la dodicesima minestra di capellini dell'indimenticabile Gian Burrasca.
    Possibile che il Vecchio di Azinhaga non si sia accorto che dall'amore immenso che porta alla sua terra non ha ottenuto di meglio che un gravoso mattone manco fosse un faccia vista ancora caldo di fornace? In realtà se ne è accorto eccome, se dichiara nella quarta di copertina che questa storia non è nè un romanzo nè una guida, e come tali non va letta. E' la sfida a partire per un viaggo che porti ciascuno di noi alla conoscenza della propria terra: andando a cercare le chiese in rovina, i vicoli ciechi, le botteghe artigiane nei garages, i rustici coperti di edera. Perchè in quei luoghi solitari si riesce a scoprire di avere una patria molto di più che davanti all'alzabandiera nella capitale.
    Io ho fatto un viaggio di questo tipo, quindi posso capire le intenzioni di questa storia, che mi ha fatto rivivere il brivido della scoperta di piccoli tesori dimenticati (tanto più preziosi proprio perchè dimenticati) nei campi e nelle colline lontano dalle grandi città. E' stato nel duemila, quando in occasione del Giubileo sono partito dall'Emilia e sono giunto a Roma a piedi traversando tutta la Toscana e l'alto Lazio per sentieri, paesini, villaggi; godendomi ogni singola edicola,ogni singolo fosso, ogni animale selvatico che mi travversava la strada per i boschi. E' la ricchezza inestinguibile che questo tipo di viaggio ti regala che Saramago vuole far intuire, e nel mio caso (ma era troppo facile) c'è riuscito.
    Altro spunto interessante è che la necessità quasi fisica di raccontare il patrimonio artistico portoghese che il Saramago critico d'arte (ebbene sì, è stato anche quello) ha, lo porta ad incontrarsi con la religione su di un piano che altri libri più famosi non avevano mai affrontato. Quel Dio tanto cercato e tanto odiato perchè mai trovato, stavolta il Vecchio Viaggiatore lo incontra nell' impatto culturale che la religione ha avuto sulla terra che gli ha dato i natali, e lo riscopre quindi anche dentro di sè. Ci sono in questo incontro grande riflessione e grande rispetto per la devozione dei fedeli: devozione che ha condotto nei secoli operai ed artigiani a creare con amore quegli indimenticabili capolavori che il barocco manuelino portoghese ha consegnato al mondo.
    Certo è un rispetto venato di sarcasmo e di ironia verso l'ingenuità di chi si piega ad interessi di potere in nome della religione ma, ed è un caso unico in Saramago, questa vena
    polemica non sfocia mai in rabbia e guerra aperta.
    Mi piace molto di più questo Saramago innamorato dell'arte, del lavoro e della natura che non quello accecato dalla rabbia si legge nel "vangelo secondo gesù Cristo" o in "Caino".
    Si dice che un viaggio porta alla scoperta di sè stessi. In quuesto caso mi sembra vero, perchè avendo già letto molto dello scrittore portoghese, intravedo nelle emozioni del vecchio di Azinhaga l'ispiirazione che ha stimolato tante belle pagine di altri libri. L'amore per l'opera artistica artigianale lo si ritrova ne "La caverna", i vicoli dove ha mangiato in compagnia di amici sempre nuovi li si incontra in "Storia dell'Assedio di Lisbona" ed in "La zattera di pietra", la maledizione terribile del Latifondo che inaridisce sotto il sole ardente la terra insieme con le schiene dei contadini curvi in "una terra chiamata Alentejo".
    Fosse stato lungo la metà e non fosse stato letto da un italiano, sarebbe stato un libro assai più bello ed utile. Ma pochi libri hanno la forza tenere agganciato chi legge così tanto a lungo, specialmente se parla di una terra che non ha la ricchezza artistica della nostra: nonostante questo, mi piace il Saramago che ama molto più di quello che odia. Tre stelle.

  • David

    Take the long way home...

    In those old days way before smart phones and Google maps, one read a travel guide book to learn something about the place you just found along the road. You want some historical facts, maybe a funny anecdote and a little relevance as to why this place is in the guide book in the first place. Sometimes it helps; sometimes, not.

    So what if your guide book was written by a Nobel laureate? Is it a better guide? Are the anecdotes better? I could be cynical and say, it’s all about churches, castles and places to stop for lunch.

    Well for one, and having been to Portugal, there are a lot of churches, castles and places to stop for lunch. But they are so good there. So let’s not be so cynical.

    It’s published in 1981, about a half dozen years after Portugal has shaken off its Salazar rule. Democracy is still young and the country is very poor. Mass tourism hasn’t really kicked into high gear when Saramago makes his thorough journey through his native land (with the exception of the Algarve). He begins, in the far northeast, Tras-do-montes, made famous much later in The High Mountains of Portugal. He slowing traverses across and down hitting many famous and not so famous places right down to land’s end of Sagres.

    Saramago is quick to point out he is not a tourist, but a traveler. To travel is to discover; a tourist only encounters. “O viajante não é turista, é viajante. Há grande diferença. Viajar é descobrir, o resto é simples encontrar.” p. 366

    In those days, one pounded on the door of the nearby building to get the keys and maybe ask for a guide, if you were lucky, to see the historical place. Admission was either free or make a donation. Directions? Ask a local.

    Saramago asked a lot of questions, observed, got lost, met some odd encounters and documented his native Portugal. Things he liked, talking with the museum director in Faro to things not so positive like the over commercializations of Fátima. It’s a funny thing. He is a well-known atheist and yet he was fascinated by all those churches. Very similar to Julian Barnes too. He was also a well known communist and only once did he visit a collective in the Alentejo. But his fascination for his country shows.

    This comes as an odd review. I think for many, it can be a little dated and maybe a little boring. Easily a three star rating. For me it was the opposite. Using Google as my “eyes” I routinely followed his path on line and checked out the photos along the way. His good humour keeps me entertained. We made the journey “together.” Literally too, because we saw many of the same places in the Alentejo and to be honest, this was a wow factor for me. And there are so many places I still need to see.

    This book was published a year after “Raised from the Ground” and before “Memorial do Convento” and so this book revealed some interesting things. One, he says very little about Mafra, where Memorial is set; and he truly seems so much at ease in the Alentejo, where “Raised from the Ground” is set. And interestingly he calls Casa do bicos in Lisboa one of the most beautiful buildings in the city. Years later his Foundation would be located in this house, and having visited it, I heartily agree with him.

    As a Saramago fan, I am too biased. It was a fun journey, one that I made in his own language too. And with that I can only thank him for such a pleasurable, long way home. And I agree with him, “the journey never ends, only the traveler stops. And when ready, the traveler gladly carries on the journey.”

    And as a geek, some of my favourite lines (sorry, it would take to long to translate):

    “...aqui têm todos os tons do verde, do amarelo, do vermelho, do castanho, roçam mesmo as franjas do violetas...Viajante no País das Maravilhas. (Vila Real do Mateus, p. 56)

    “Onde perde, ganha.” Cabeceiras de Basto, p. 73

    “Declara já o viajante que este é um dos mais belos museus que conhece. Outros terão riqueza maior, espécies mais famosas, ornamentos linhagem superior: o Museu de Alberto Sampaio.” Guimarães, p. 77

    “Dirá que o interior, amplo, imerso em penumbra, faz com que definitivamente acreditemos na possibilidade que o homem afinal tem viver entre a beleza.” A-ver-o-Mar, p. 90

    “Nadeau com grandes ambiçãoes esta igreja. Se o viajante não se engana, Braga começou por quere não ficar atrás de Santiago de Compostela.” Sé da Braga, p. 113.

    “Num corredor de acesso, metida em vitrina, estava uma figura feminina toda de r DNA’s vestida, com um galante chapéu de aba larga, igualmente toucado de rendas, todo um ar de maja goyesca, castiça no porte da cabeça e nos cabelos soltos... E Nossa Senhora do Enjeito (Egito).” Braga, p. 118

    “O viajante está decidido a não andar de igreja em igreja como se de tal dependesse a salvação de sua alma.” Porto, p. 138

    “E também, confesse-se aqui um pecado de gula, para ver se tornam a saber-lhe tão bem os divinos pastéis que comeu encostado a Torre dos Sinos, fazendo da mão esquerda guardanapo para now perder migalha.” p. 170

    “...de geral consenso, este é o mais belo monumento que daquele existem Portugal” Sé Velha, Coimbra, p. 178

    Pergunta Guerra. “Connected o ditado do pão, do queijo e do vinho?” “Não conheço.” “ É assim: pão com olhos, queijo sem olhos, vinho que salte aos olhos. É o gosto a terra.” Cidadelhe, p. 208

    “...deixar Linhares que de longe tanto se parece com a grega Micenas e aonde custou tanto a chegar como se Micenas fosse.” p. 215

    “Hoje há uma estrada, sim senhores, e no seculo XII como seriam os caminhos?, a pedra, como foi transportada? Ou serviu a que da escarpa foi retirada brutalmente para abrir a plataforma onde se cavaram os alicerces.” Capela de São Pedro das Águias, p. 248

    “E aqui está o que abundantemente justifica a Abrantes: esta Igreja de Santa Maria do Castelo, onde o Museu de D. Lopo de Almeida foi instalado há cinquenta anos.” p. 281

    “E vai protestando um pouco de indignação, um pouco de mágoa, um pouco de enfado diante do estendal de comércio das inúmeras lojinhas que, aos milhões, vendem medalhas, rosários, crucifixos, miniaturas do santuários, reproduções mínimas e máximas da Virgem.” Fátima, p 296

    “Desta ponte não fará o viajante outro sermão aos peixes. O Almonda e um rio de águas mortas, vida, nele, só a da podridão.” Leiria, p. 315

    “O Convento de Mafra é grande. Grande é o Convento de Mafra. De Mafra é grande o convento. São três maneiras de dizer, podiam Er algumas mais, e todas se podem resumir desta maneira simples: o Convento de marfar é grande.” p. 354

    “Aqui encontraria o viajante uma sugestão para Gaudi se não fosse mais exato terem bebido nas mesmas fontes exóticas o grande arquiteto catalão e o engenheiro militar alemão Von Eschwege, que veio à Pena por mando doutro alemão, D. Fernando de Saxe-Coburgo Gotha, dar corpo a delírios românticos muito do gosto germânico. Castelo Pena, Sintra, p. 360.


    “Tem o museu milhares de peças de que o viajante não falará.” Museu de Arqueologia e Etnografia, Lisboa. p. 369

    “Bem fez em ter usado linguagem marinheira. Aqui mesmo à entrada está, à mão esquerda, Vasco da Gama, que descobriu o caminho para chegar à Índia, e, à direita, a jacente estátua de Luís de Camões, que descobriu o caminho para chegar a Portugal.” Mosteiro de Jerónimo, p. 370.

    “...por gosto mórbido ou franciscano mortificação da carne, vá à Capela dos Ossos, se pelo contrário não lhe parecer, como parece, que roça a obscenidade aquele ordenamento arquitetural de restos humanos, tantos que acabam por perder significado sensível.” p. 441

    “O Museu de Beja é regional e faz muito bem em não quere ser mais do que isso.” p. 454

    “A vocação do turista no Algarve é claramente concentracionária.” p. 485

    “ primeiro havia os Lusitanos, vieram os Romanos, depois os Visigodos e os Árabes, mas, como era preciso haver um país chamado Portugal, apareceu o conde D. Henrique...” p. 487

    “A viagem não acaba nunca. Só os viajantes acabam... É preciso recomeçar a viagem. Sempre. O viajante volta já.” P. 492-3

  • Mercedes Fernández Varea

    Reseña en 5 minutos y al dictado

    Mi primer acercamiento a Saramago no se ha producido con ese libro que lleva aguardando años y años en la estantería (casi vergüenza me da) sino con “Viaje a Portugal”, una obra propuesta en el marco de una lectura conjunta que mes a mes, con mayor o menor fortuna según el libro, me lleva mentalmente a lugares lejanos.

    Debo advertir a quien esté leyendo estas líneas que “Viaje a Portugal” ha gustado en conjunto muy poco en el grupo lector. Muchas han sido las deserciones. Y como por manera mía de ser me gusta más estar en sintonía con mi entorno que sentirme un bicho raro, no digo por esnobismo que a mí leer a Saramago me ha parecido muy enriquecedor. Por suerte, las personas que han llegado al final de este viaje de Portugal conmigo han hecho que mi travesía fuera muy muy agradable.

    ¡Vamos al libro! Nada más empezar la obra me quedé fascinada por el autor. Me permito copiar este primer fragmento, el sermón de Saramago a los peces, porque, lector de esta reseña, si estas líneas no te dicen nada…, tal vez este libro no sea para ti.

    "Entonces, sobre las aguas oscuras y profundas, entre los altos escarpes que van doblando los ecos, se oye la voz del viajero predicando a los peces del río: «Venid acá, peces, vosotros, los de la margen derecha, que estáis en el río Douro, y vosotros, los de la margen izquierda, que estáis en el río Duero, venid acá todos y decidme cuál es la lengua en que habláis cuando ahí abajo cruzáis las acuáticas aduanas, y si también ahí tenéis pasaportes y sellos para entrar y salir. Aquí estoy yo, mirándoos desde lo alto de este embalse, y vosotros a mí, peces que vivís en esas confundidas aguas, que tan pronto estáis en una orilla como en otra, en gran hermandad de peces que unos a otros sólo se comen por necesidades de hambre y no por enfados de patria."

    Creo que este fragmento anterior ya nos marca el tono del libro, que no va a servir de guía turística a nadie porque ni lo pretende ni está al día puesto que fue escrito hace ya cuarenta años. Lo que nos vamos a encontrar es el relato de un viaje, con nombres de lugares que podemos encontrar en un mapa, pero donde lo importante es captar la esencia del discurrir del viaje, en el sentido más filosófico. Aunque a cuentagotas interactúa con lugareños y nos ofrece pequeñas historias intrascendentes, pero emotivas. Creo que esta es la parte más potente del libro y lamentablemente se queda un poquito corta. Nuestro viajero escribe con una prosa que a mí me parece exquisita, tiene toques de humor fino impagables, reflexiones que lo hacen una figura entrañable.

    ¿Cuál es la pega, entonces? Porque si le he dado tres estrellas después de enumerar tantas cosas que me han gustado, algo me debe de haber pasado… Saramago tiene un especialísimo interés en visitar iglesias. Sus descripciones son excelentes y sobre todo cuando se puede complementar con una foto (gracias a las aportaciones del grupo) llegamos a captar la maestría de su prosa. Pero una iglesia tras otra en varios momentos de la lectura me llevó al aburrimiento. O a tener la tentación de saltarme líneas, que viene a ser lo mismo; ¡y a veces más que tentación! Y si este empacho de iglesias me entró a mí, que voluntariamente me compré hace un tiempo los dos libros sobre todas las catedrales de España de Julio Llamazares, puedo comprender las deserciones en masa de mis compañeros de lectura.

    Al final del viaje, Saramago nos regala a quienes hemos tenido la paciencia de tanto visiteo eclesiástico un gran regalo: un epílogo sobre el viaje y la vida, de esos fragmentos que uno conserva para releer en otras ocasiones.

    Si alguien se atreve con la lectura después de todo lo que he comentado haría una recomendación: leer esta obra despacito, tal vez alternada con otro libro, para saborear todas esas hermosas frases y poder soportar tanta iglesia…

    A ver si en algún momento me decido a atacar ese libro de Saramago, “Todos los nombres”, que tengo desde tiempos inmemoriales en mi biblioteca. Ah, y yo que no he puesto el pie en Portugal en mi vida espero remediarlo en algún momento.

  • Djordje Jakovljevic

    Put u Portugaliju je pravi je mamac za sve one koji vole Portugaliju i/ili obožavaju Saramaga i naizgled je savršena kombinacija. Ali mene je ova knjiga obmanula.
    Očekivao sam da na ovom putovanju vidim opise prelepih predela, hrane i pića, ljudi i običaja, ali svega toga ima samo u tragovima. A kao strastveni ljubitelj Saramaga nisam mogao da dočekam da se ponovo sretnem sa njegovim duhovitim stilom, punim iznenadnih obrta i fantastičnih elemenata, ali i toga ima jako malo.
    Umesto svega toga dobio sam putovanje jednog zaljubljenika u arhitekturu, vajarstvo i donekle slikarstvo. On je u stanju da kroz stranice i stranice opisuje seoske crkve, manastire i samostane. Saznao sam sve o njihovim brodovima, sakristijama, atrijumima, mandorlama, pilastrima, porticima i svim onim rečima kojima sam možda znao značenje kroz školovanje. A stoji doduše i da je Saramago stvorio vrlo jedinstven stil za potrebe ove knjige.
    Ipak, trebalo mi je skoro četiri meseca da pročitam ovu knjigu i ostavljao sam je u više navrata. Počinjala bi i da mi nedostaje s vremena na vreme i vraćao sam joj se uvek sa novim entuzijazmom koji bi ponovo vrlo brzo splasnuo. Na kraju, pošto sam je pročitao, zaista sam ponosan na ovo dostignuće, a knjigu bih preporučio samo zagriženim zaljubljenicima u istoriju umetnosti, pogotovo portugalske.

  • Tuck

    this could be the most quirky travel book you will ever read. if you stick with it you will get in to his rhythm. the rhythm of a grumpy genius old man motoring around Portugal's back roads. if you get stuck behind him in a car it could take DAYS to pass him. If you talk to him in a bar or the cloister of a monastery if could change your life.

  • Ermocolle

    Un viaggio in compagnia di Saramago attraverso il suo amato Portogallo.
    Ho voluto leggere questo libro in previsione di un futuro viaggio in Portogallo, non volevo trovarci la guida turistica perché l'autore spiega fin da subito che non si tratta di questo; volevo una chiave di lettura per comprendere l'atmosfera portoghese.

    Ci ho trovato un insegnamento sull'arte di viaggiare, approfondire, concedersi il giusto tempo per osservare e memorizzare quello che il quotidiano ci regala.

    Imparare "dal viaggiatore" una maniera di rapportarsi, alla scoperta di luoghi, più profonda e contemplativa: senza necessariamente l'ansia di incontrare il noto, lo scontato ma piuttosto con i sensi all'erta per cogliere le sfumature, i colori, vagliare le sensazioni che ci dona la scoperta.

    Per chi è già stato in Portogallo sarà sicuramente più semplice ritrovare nella memoria i luoghi descritti, per chi invece, come me, ha in progetto di andarci resta la voglia di cominciare il giro.

    In fondo alla lettura mi sono portata a casa la consapevolezza che, affinché i ricordi siano validi, è indispensabile che ognuno scelga il proprio viaggio in base a interessi e inclinazioni, così che ogni giorno rinnovi la sorpresa del "guardare".
    "Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito."

  • dely

    Finalmente, dopo due mesi e mezzo, sono riuscita a finirlo. Saramago ci racconta del suo viaggio attraverso il Portogallo, da est ad ovest, da nord a sud. Ci descrive chiese e musei che visita, ci parla dettagliatamente dei paesaggi che attraversa in auto e dei paesi in cui sosta.
    È una lettura molto molto lenta e a tratti anche noiosa. Sicuramente lo apprezza chi ha già visitato il Portogallo e i luoghi di cui parla Saramago; ma per chi non ci è mai stato le quasi 500 pagine sono un tantino troppe.
    Sono riuscita a finirlo perché mi è piaciuto il linguaggio e lo stile di Saramago (in questo libro fa uso della punteggiatura e la mette al posto giusto). Parla di se stesso in terza persona chiamandosi "il viaggiatore" e non mancano battute spiritose e citazioni molto belle sul viaggiare.

    Ma quello che il viaggiatore non può vedere lo immagina, è uno dei tanti motivi per cui viaggia. [...] A chi viaggia bisogna siano perdonate questa fantasticherie, guai a colui che le eviterà, non vedrà altro che pietre silenziose e paesaggi indifferenti.

    Ecco la buona filosofia: tutto è viaggio. È viaggio ciò che si vede e ciò che si nasconde, è viaggio ciò che si tocca e ciò che si immagina, è viaggio il fragore delle acque che cadono e questo impercettibile sopore che avviluppa i monti.

    Il viaggiatore non è un turista, è un viaggiatore. C'è una grande differenza. Viaggiare significa scoprire, il resto significa semplicemente trovare.

    La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro.

  • Jolanta (knygupe)

    Prepare yourself to a long, slow reading and journey (not a trip) to Portugal’s culture and history. This voyage is going to be a great one!
    The book, not for a tourist, it’s for a traveller. “There’s a big difference. To travel is to discover; the rest is simply finding”…
    …”When the traveller sat in the sand and declared: “There’s nothing more to see,” he knew it wasn’t true. The end of one journey is simply the start of another. You have to see what you missed the first time, see again, what you already saw, see in springtime what you saw in summer, in daylight what you saw at night, see the sun shining where you saw the rain falling, see the crops growing, the fruit ripen, the stone which has moved, the shadow that was not there before. You have to go back to the footsteps already taken, to go over them again or add fresh ones alongside them. You have to start the journey anew. Always. The traveller sets out once more.”

  • Masteatro

    3,5 estrellas.

    La verdad es que este recorrido por Portugal acompañando a Saramago ha sido todo un viaje. Me han gustado sobre todo las reflexiones del autor sobre la forma de viajar, sobre el arte y sobre el pasado y el presente. Creo que sabe cómo decir las cosas de una manera muy bonita.

    Con todo y con eso, no es mi tipo de libro de viaje favorito. Y eso que los libros de viajes me gustan, pero me gusta que haya más de la parte histórica así como de las impresiones del viajero y no tanta enumeración de iglesias y monumentos sin añadir nada más. De los libros de viajes que he leído, me quedo con el estilo de Javier Reverte y también con el de Aniko Villalba.

  • Frank O'connor

    Saramago's gift for turning anything into a story shines through in this travelogue which even manages to make Portugal seem worth a visit. He has a way of nosing out the interesting: a town with an ancient statue of a pig on a column, for example. The man himself feels like a disagreeable travel comanion. He focuses largely on churches and castles, appears to shun companionship and the new - while remaining aloof and treating his surroundings with a slight air of pomposity.

    Having written that, however, I turn the page and find his justification:

    "The traveller is in search of a human art,its desire to triumph over death expressed in elevated or suspended stone, in traces of color and design ... In this state of mind it's possible to comprehend why the traveller prefers to seek out small and quiet places where he can listen to the sound of his own questions, even though he may get no answer."

  • Jocelyn

    I'm going to have to put Saramego aside for now. I'm enjoying his writing style, his point of view, and his personality, but I'm finding that this is not a book for someone new to Portugal, its history, or its culture. Saramego references events, writers, and historical events with little context for the uninformed.

    A beautiful book, but not what I'm looking for before my first trip to Portugal (although I'll likely read the geographically relevant sections before I go).

  • Paulo Ribeiro

    Termino a leitura com um nó na garganta, não sei se já de saudades deste companheiro de viagem ou se da familiaridade caseira dum Portugal com tanto ainda por descobrir.

  • Didier Vanoverbeke

    Unfortunately this is little more than religious iconography pros porn. But if that’s your kink, have at it!

  • sinepudore

    Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.
    #quote

  • David J.

    I have tried to read this book twice, both times never making it past 30 pages or so.

    I lived in Portugal for a little more than a year and a half, from 1998 to mid 1999. I love Portugal and the Portuguese, and was excited to read this book both times I tried. Maybe it is the narrative voice he uses. He speaks of himself in the unfamiliar third person.

    Perhaps I will pick up the book in Portuguese and try it one more time. With how rusty my Portuguese is, I'm not optimistic of the results.

  • Carmen

    EsteViaje a Portugal es una historia. Historia de un viajero en el interior del viaje que hizo, historia de un viaje que en sí transportó a un viajero, historia de viajero y viaje reunidos en una intencionada fusión de aquel que ve y de aquello que es visto, encuentro no siempre pacífico de subjetividades y objetividades. En consecuencia: choque y adecuación, reconocimiento y descubierta, confirmación y sorpresa.

    Una manera amena e interesante para descubrir nuestro país vecino.

  • Elizabeth

    I started this while in Lisbon, but put it down pretty quickly. There's an arch quality to the narrator's voice that puts me off. He refers to himself as The Traveler throughout. I'm wondering if it's the translation, but whatever it is, I don't need to read anymore.

  • Elói

    Absolutamente genial. É uma viagem na mais verdadeira acepção da palavra. Viagem essa que se faz não só pelos caminhos de Portugal, como também pela mente do autor.

  • Andreia Morais

    TW: Referência a Morte

    Viajar sem sair do lugar é uma modalidade que aprecio, sobretudo, quando não tenho a possibilidade de partir à descoberta. E gosto bastante de o fazer através do olhar minucioso do viajante, porque acredito que nos permite alcançar lugares mais intimistas e ter acesso a perspetivas que não conheceríamos de outra maneira, uma vez que cada um de nós observa com propósitos distintos. Deste modo, foi um encanto partir nesta aventura na companhia de Saramago e desbravar Portugal de Norte a Sul. Tal como o autor refere, a viagem nunca termina, por isso, sei que regressarei a esta obra, só para revisitar a magia deste jardim à beira-mar plantado [mesmo sabendo que tantos aspetos mudaram ao longo do tempo]

  • Tiago Aires

    "Os rios, como os homens, só perto do fim vêm a saber para que nasceram." (p.315)

    "A viagem não acaba nunca. Só os viajantes acabam. E mesmo estes podem prolongar-se em memória, em lembrança, em narrativa. Quando o visitante sentou na areia da praia e disse:
    “Não há mais o que ver”, saiba que não era assim. O fim de uma viagem é apenas o começo de outra. É preciso ver o que não foi visto, ver outra vez o que se viu já, ver na primavera o que se vira no verão, ver de dia o que se viu de noite, com o sol onde primeiramente a chuva caía, ver a seara verde, o fruto maduro, a pedra que mudou de lugar, a sombra que aqui não estava. É preciso voltar aos passos que foram dados, para repetir e para traçar caminhos novos ao lado deles. É preciso recomeçar a viagem. Sempre. O viajante volta já." (p.392)

    Este é o primeiro livro do projeto de leitura "Volta ao Mundo - um livro de cada país" (Portugal, 1/193)

    https://www.facebook.com/photo?fbid=7...

  • Ana Rodrigues

    Através deste livro José Saramago dá a conhecer Portugal.
    Aqui se encontram terras, caminhos, os seus monumentos, as suas histórias, as suas tradições e acima de tudo as suas gentes.
    Um livro que nos faz viajar através das palavras e do olhar do viajante, muitas vezes críticas outras tantas maravilhadas pelos caminhos que percorre.
    E quando tudo termina... “é preciso recomeçar a viagem. Sempre. O viajante volta já.”

  • Daniela

    Não acabei de ler este livro. Voltarei a ele muitas vezes. Que surpresa! Que viagem!
    Grande é a minha admiração por José Saramago.
    Obrigada, mestre.

  • Laura

    Loc 109:
    Em Miranda do Douro, por exemplo, ninguém seria capaz de se perder.

    Loc 156:
    Aqui (Cacarelhos) diz Camilo que nasceu o seu Calisto Eloi de Silos e Benevides de Barbuda, morgado de Agra de Freimas, heroi patego e patusco de "Queda Dum Ano", novela de muito riso e alguma melancolia.

    Loc 227:
    Eh em Azinhos, aldeiazinha perto (Mogadouro), que começa a nascer a paixão do viajante por este romântico rural do Norte.

    Loc 240:
    Em Castelo Branco, quinze quilómetros ao sul o ar parece ter passado por uma peneira de cinza, so na cor, que de pureza ate os pulmões estranham.

    Loc 336:
    O natural serial, estando em Braganca, ver o que a cidade tem para mostrar, e depois deitar as vistas em redor, pedra aqui, paisagem cola, respeitando a hierarquia dos lugares.

    Loc 1894:
    Ir ao Museu de Aveiro eh uma aventura. Tem como todos, suas horas de abrir e fechar...

    Loc 2137:
    Não faltam em Portugal povoações que parecem ter ficado a margem do tempo, assistindo ao passar dos anos sem mover uma pedra daqui para ali, e contudo sentido-las vivas de vida interior, ouve-se bater um coração.

    Loc 2544:
    Belmonte eh a terra de Pedro Alvares Cabral, aquele que em 1500 chegou ao Brasil e cujo retrato, em medalha, se diz estar no claustro dos Jeronimos.

    Loc 2827:
    Deu uma volta grande, escusada, passou por Almofala, que não tinha muito para mostrar, salvo o cruzeiro, a pequena distancia, no antigo caminho que os preferidos tomavam para is a Santiago de Compostela. Eh este cruzeiro um caminho de cruzes alçadas, adornadas com a vieira, símbolo da peregrinação, e motivos de liturgia.

    Loc 3523:
    Em Castelo Branco, todos os caminhos vão dar ao jardim do paco Episcopal.

    Loc 3773:
    O Convento de Tomar eh o portico, eh o coro manuelino, eh a charola, eh a grande anela, eh o claustro. E eh o resto.

    Loc 3822:
    Sao muitas aa voltas para chegar a Fatima. Ha certamente caminhos mais rectos, mas dos lados donde o viajante vem, com mistura de mouros e judeus, não eh de estranhar que tenha achado o percurso longo.

    Loc 3883:
    De Leiria não viu muito o viajante. Culpa sua, culpa do acaso, ou irremediavel necessidade, diga-o quem souber.

    Loc 3903: Comecara, sim senhor, por ir a Batalha, e a seguir, por Sao orge e Cos, ira olhar Nazare.

    Loc 4005:
    Estes são os túmulos de Pedro e Ines, os imortais amantes que esperam o fim do mundo para se levantarem e continuarem o amor no ponto em que os "brutos matadores" o cortaram, se tais continuações se toleram no céu.

    Loc 4005:
    a na Batalha o vistante mal se apercebe do vulto conunto de D. oao e D. Felipa, deitados lado a lado, dando-lhe ele a mao a ela, na figuracao dos Bem Casados...

    Loc 4111:
    Santarém eh cidade singular. Com gente na rua ou toda metida em casa, da sempre a mesma impressão de encerramento.

    Loc 4443:
    Das Cladas da Rainha a Obidos chega-se num suspiro.

    Loc 4619:
    O Convento de Mafra eh grande. Grande eh o Convento de Mafra. De Mafra eh grande o convento. Soa tres maneiras de dizer, podiam ser algumas mais, e todas podem se resumir desta maneira simples: o Convento de Mafra eh grande.

    Loc 4663:
    Todos os caminhos vão dar a Sintra. O Viajante ah escolheu o seu.

    Loc 4689:
    Explicar o Placaio de pena eh aventura em que o viajante não se metera.

    Loc 4839:
    E de tumulos não falemos mais: o Mosteriro dos Jeronimos eh uma maravilha de arquitectura, não uma necrópole.

    Loc 5704:
    Que Evora fosse a que Giraldo conquistou, não eh o viajante capaz de imaginar. Quantos mouros havia para defender a cidade, não sabe.

    Loc 5710:
    Em Evora ha, sim, uma atmosfera que não se encontra em outro qualquer lugar; Evora tem, sim, uma presença constante de Historia nas suas ruas e praças, em cada pedra ou sombra; Evora logrou, sim, defender o lugar do passado sem retirar espaço do presente.

    Loc 6479:
    O fim duma viagem eh apenas o começo doutra. Eh preciso ver o que não foi visto, ver outra vez o que se viu a, ver na Primavera o que se vira no Verao, ver de dia o que se viu de noite, com sol onde primeiramente a chuva caia, ver a seara verde, o fruto maduro, a pedra que mudou de lugar, a sombra que aqui não estava.


    4* Ensaio Sobre A Cegueira
    4* Viagem a Portugal
    TR O ano da morte de Ricardo Reis
    TR Baltasar and Blimunda
    TR História do Cerco de Lisboa
    TR Cain
    TR The Elephant's Journey
    TR Terra do Pecado
    TR The Cave
    TR A Jangada de Pedra

  • Siem Lowis

    José Saramago lends you his eyes, if you are willing to let him hand them to you. We see Portugal through his eyes, as a traveler but also as a native, a lover of his country, the architecture, the culture, traditions, history, the art. Beyond a travel book, the author shows us how ¨Love of Country¨ is done correctly.

    I didn´t give this book 5 stars because its perfect, rather because I recognize the difficulty of the task. How do you guide people through an entire country without displaying the visuals? How can you do that without losing the reader´s attention? That´s not an easy task, yet Saramago comes really close to doing that very well.

    The book is full of quote-worthy passages, of a mindset that we can at times relate to and at other times only wish we could live up to and maintain.

    I´ve never been to Portugal. Now I would to like to visit Portugal. But this book is more than that, the author shows you one form of being a tourist and one form of appreciating whatever country you might find yourself in right now.