Gain Candido Or A Dream Dreamed In Sicily Penned By Leonardo Sciascia Rendered As Print

imita il classico di Voltaire, e riesce a conservarne la cadenza: questo è un romanzo dal passo leggero, quasi di fiaba i capitoli sono brevissimi e illuminati da un umorismo molto delicato ed espressivo.
La Sicilia del dopoguerra vi appare come un sogno, nonostante l'inevitabile presenza della politica e della società dell'epoca: l'autore dà l'impressione di aver raggiunto, su questi temi, una profonda maturità, capace di sana ironia, disillusa ma perfettamente consapevole del valore del proprio passato al di là dei cimeli, delle guerre e delle rivoluzioni.


Chi ha letto Voltaire riconoscerà qui uno spirito simile, una struttura familiare ma notevolmente più suggestiva, grazie all'ambientazione più moderna e soprattutto alla qualità della prosa.
Candido, nato al termine della guerra, interpreta il suo tempo con grande attenzione, una naturale predisposizione per il ragionamento e una tendenza a vivere tra ciò che deve finire nella politica, nei suoi affari, negli affetti e ciò che sta per iniziare.
È una persona perfettamente limpida e ingenua: non mente mai, neppure per proteggere i propri familiari vede i fatti e non le intenzioni, non intuisce la malafede nei comportamenti degli altri ignora i loro stratagemmi, i loro imbrogli: di tanta genuinità si soffre, e si fa soffrire.
L'ostinazione di Candido nel credere che "le cose sono quasi sempre semplici" è commovente, e mi ha riportato alla mente la malinconia di un altro
Gain Candido Or A Dream Dreamed In Sicily Penned By Leonardo Sciascia Rendered As Print
romanzo di Sciascia, letto tanti anni fa "Una storia semplice".
Dell'indole di Candido ci si invaghisce subito è inevitabile immedesimarsi, con un po' di presunzione, nelle sue difficoltà, e trovare ingiusta la diffidenza degli altri nei suoi confronti: la stessa madre arriva a definirlo un mostro.
Un carattere così, tuttavia, non perde mai forza, Sembra mosso da un istinto invincibile verso la semplicità, la chiarezza nei rapporti con gli altri eppure le persone capaci di comprenderlo sono molto rare, e spesso insicure.


Sciascia è andato, indubbiamente, oltre le sue stesse aspettative l'umiltà della sua nota finale lo dimostra, sembra quasi volersi scusare per il suo tentativo d'imitazione ma questo libro possiede una qualità unica, che va ben oltre la semplice parodia del suo antenato.
Qualcosa, nelle ore trascorse a leggerlo l'avvicinarsi dell'autunno, forse ha dato alle sue pagine una luce speciale.
Da tempo non mi capitava una lettura così amichevole e gentile: e devo ringraziare soprattutto Giorgia, che mi ha saputo consigliare un libro tanto prezioso.
Candido, or A Dream dreamed in Sicily, is about a character stricken from birth with a strange disability: a devotion to naked, unadorned truth.
Child, adolescent and man, he is drawn into many difficulties by his affliction, "Things are always simple," he saysin religion, politics and human affairs, But the Lie is at work, and the consequences are all too clear in Candido's Sicily a land 'dreamed', but no less real for that.
Untruth comes in a dozen shapes and brings with it a huge burden of injustice and suffering.
It can be outfaced only by innocence, Chi era quell'altro che diceva: "socialista senza partito e un cristiano senza chiesa” Silone Sì, . . Leggendo mi è venuto per un attimo il guizzo, ma non è proprio così per Sciascia, Sciascia è un po' dLepanto e un po' Candido, forse più dLepanto, che è fuori dalla chiesa/Chiesa ma, a volte vorrebbe rientrarci per un attimo è dentro più fuori che dentro il Partito ma con un un senso di asfissia e vuole andarsene.
O, forse, dentro non c'è stato mai ma ha subito una forte attrazione, per poi disgustarsene, . . Le due Chiese, quella Cattolica e quella Comunista, che in Italia hanno tradito e deluso l'una per la connivenza col potere, anzi, per l'inquinamento e la corruzione della politica in nome dell'egemonia culturale e per la lotta all'ateismo, l'altra per lo smarrimento del significato profondo della sua funzione che era l'emancipazione degli oppressi, ovvero la burocratizzazione che ha trasformato i compagni dirigenti in tanti Fomà Fomìč, ovvero ancora la tentazione del potere per il potere, che corrompe e guasta tutto.

Sì, penso si possa vedere nel Candido di Sciascia una lettura della storia italiana oltre e dentro una "storia siciliana".
Mai come adesso, anno, la Sicilia è stata una metafora precorritrice della storia italiana: la "linea della palma" che ha raggiunto e superato la catena alpina il falso movimento per cui cambia tutto ma poi non cambia niente la delusione per le promesse non mantenute e la conseguente rabbia, disperazione e cinismo della gggente la ciarlataneria, sfacciataggine, ingordigia, cialtronaggine, bigotteria, mancanza di scrupoli e remore, rimorsi, senso di responsabilità delle classi dirigenti.

Il tradimento dei chierici, . . Leggendo Sciascia si vede la continua condanna dell'inadeguatezza degli intellettuali al loro ruolo di guida e la loro connivenza col potere, prima quelli con la tonsura e la veste talare, che per secoli sono stati il ceto colto italiano e hanno egemonizzato la vita spirituale e culturale.
Il clero in Sciascia non fa mai una bella figura, basta scorrere i suoi romanzi e trovare preti che sono indegni della loro "vocazione", cinici, ingordi, lussuriosi, avari, miscredenti, ipocriti.
DLepanto è un preti sui generis, che si stacca da questo modello negativo, che è una persona sincera, onesta, altruista e colta, e proprio per questo è un prete spretato un altro sarà, nella realtà, Mons.
Angelo Ficarra, il vescovo di Patti, cacciato dalla diocesi e nominato vescovo di Augustamnica, in partibus infidelium.

Il sogno volterriano di Sciascia fatto in Sicilia, Candido, un figlio della fortuna nato a casaccio, che non ha bisogno di alcuna paternità né è alla ricerca di nessun padre.
Candido è apparso nela siglare la liberazione di Sciascia dall “attrazione” esercitata dal PCI su di lui in seguito anche alla constatazione della evidente flemma oppositrice del partito nel consiglio comunale palermitano.
A questa disillusione, purtroppo non contingente, si affiancano così i perpetui crucci del nostro cantore di un tempo che, di fatto, non è ancora tramontato: quello della mediocrità, dellassuefazione, della faciloneria, della furbizia, delleterna connivenza che è troppo comodo imputare solo alla mafia ma che fa parte della nostra piccola Italia.
Riproponendo il modulo attinto dal Candido di Voltaire, si fa demiurgo di un novello Candido i cui natali vengono ascritti ad un piccolo mondo siciliano nella notte tra ile illuglio, quella dello sbarco, che avrebbe potuto liberare la Sicilia e lItalia intera dalloppressione fascista ma in generale dal suo malcostume.
Così non sarà e Candido che andrà ad incarnare lideale intramontabile dellonestà e della rettitudine si vedrà costretto in una dimensione familiare opposta.
Un nonno che facilmente da fascista diventa antifascista e brillante candidato della Democrazia Cristiana, una madre superficiale ed egoista, un padre avvocato connivente col potere e costretto al suicidio per la lingua lunga del figlio che, dopo aver saggiato i vari gradi della mostruosità imputatigli dalla sua cerchia parentale , verrà dato per matto.
Eppure lesistenza di Candido, quando lo ritroviamo alla fine ormai trentaquattrenne pronto a stabilirsi in una Parigi sempre illuminata, illuminante e illuminista trova la sua definitiva affermazione, dopo aver candidamente appunto messo al palo un intero sistema, in quella distanza che non è solo geografica.
Essa, infatti, permette di leggere la realtà del sogno fatto in Sicilia facendolo coincidere con la propria esistenza la quale ora può procedere ancora più liberamente sgravandosi del peso di tutti i padri del mondo, Voltaire compreso.
Un inno allindipendenza ideologica.
Lopera veloce e gradevole è in realtà molto più complessa e coglie le incongruenze de sistemi di pensiero che partendo da una data positività di fondo involvono in esperienze non sempre edificanti.

"Ma greve è il nostro tempo, assai greve, " Questa gravità dei tempi cozza con la velocità, la semplicità e la leggerezza di questo volumetto di Sciascia.
Candido è il ritratto insolito di un siciliano ingenuo, Il noioso Candido

Pregevole l'intenzione e il contesto, ma ahimè contaminati da una noia che m'ha portato all'abbandono.
Confronto impietoso con l'originale. Peraltro la questione comunismochiesa è ormai anacronista e, almeno per quanto mi riguarda, priva di interesse, Peccato perché la premessa di trasferirlo in Sicilia era ottima e anche l'inizio era buono, Bella l'idea di "trasportare" Candido nella Sicilia del dopoguerra,

La lettura è piacevole, ma la storia manca dell'acume e dell'ironia filosofica dell'originale, Finito!

TRAMA

Candido Munafò nasce in una grotta della Sicilia la notte dello sbarco degli americani, nel.
E questo romanzo ci fa seguire le vicende della sua vita sino alin una serie di capitoletti che rimandano a quelli del Candide di Voltaire.
La forma del conte philosophique, particolarmente congeniale a Sciascia, gli permette di prendere la giusta distanza e dà un passo leggero, aereo a questo libro, che per altro è forse il più intimo e segreto fra tutti i suoi romanzi.
"Le cose sono sempre semplici" mormora talvolta Candido, E sarà appunto il suo desiderio di nominare le cose con il loro nome a procurargli varie disavventure.
Questo giovane mite, testardo e riflessivo finisce per apparire, agli occhi del mondo, come un "piccolo mostro".


La scrittura di Sciascia non é facile, se in più prendiamo l'elemento Voltaire, la cosa si complica
I personaggi sono caratterialmente ben descritti.

Trovo geniale trasformare il Candido di Voltaire in qualcosa che Sciascia sperava per la sua Sicilia.
Candido Munafò come tutti i Candidi come tutti noi vive nel migliore di tutti i mondi possibili: La notte della sua nascita gli americani bombardano la sua citta, ancora in fasce la madre abbandona la famiglia, ai tempi del asilo suo padre si suicida, a Lourdes perde la fede, suo nonno le ripudia, il suo primo grande amore lo lascia, il partito comunista lo espelle, i parenti ingordi gli rubano le terre ereditate.
E in fine: "Si sentiva figlio della fortuna e felice, " Risvolto
Per Candido Munafò, giovane mite, testardo e riflessivo, le cose sono sempre semplici, E sarà appunto il suo desiderio di nominare le cose con il loro nome a procurargli le varie disavventure della sua vita, il cui racconto si articola in una serie di capitoletti che rimandano al "Candide" di Voltaire.

La forma del conte philosophique, particolarmente congeniale a Sciascia, gli permette di assumere la giusta distanza e dà un passo leggero, aereo a questo libro, che è forse anche il più intimo e segreto fra tutti i suoi romanzi.


Nell'anno del centenario, proseguo con immenso piacere nella lettura/rilettura delle opere di Sciascia, Un particolare non ricordavo di questo romanzo: Candido, bambino diverso con una propensione naturale verso la verità e la giustizia, viene più volte definito dalla snaturata madre "un mostro".
Ma pensate un po'. Un ragazzino poi giovane uomo incapace di mentire, puro di mente e di cuore, circondato da ipocriti, benpensanti, affaristi e mafiosi, sarebbe dunque un mostro.
Lui, un mostro!
La magistrale ironia di Sciascia in "Candido" raggiunge vette sublimi e io, . . lo adoro. .