Claim Now The Garden Of The Finzi-Continis Narrated By Giorgio Bassani Readily Available As PDF
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I remember hearing about this film made of this book back in thes Academy Award for best foreign film and then a recent spate of reviews prompted me to read.
The book was mesmerizing although in a very Graham Greene like speed, Told from the unnamed author, he recalls the memories of the FinziContinis of Ferrara, Italy just leading up to the War, The book focuses on the young adult lives of Micól and her brother Alberto and their eccentric Jewish parents,
In prewar Italy the Race Law had been passed that eroded the lives of Jews, They couldnt marry outside of their religion, Then the youths were stripped of other rights and it all seemed to pose big issues, But in the garden, the youths whiled away the hours playing tennis, talking poetry and literature and basically “enjoying” life as the country headed toward war.
Were they naive Sheltered One can assume that although they attended university, they chose not to get involved with the fascist politics of the day.
This underlying issue and their seemingly obliviousness made the story so compelling, At one point, the author speaks of a family dinner where almost everyone will soon perish, Haunting. Selfabsorbed Maybe the only way they could control their lives
Toss in a love story and the book fills out an almost painful to read plot as we know what is coming.
That certainly grabbed me.
Now to find a copy of thatmovie, "Nella vita, se uno vuol capire, capire sul serio come stanno le cose di questo mondo, deve morire almeno una volta, E allora, dato che la legge è questa, meglio morire da giovani, quando uno ha ancora tanto tempo davanti a sé per tirarsi su e risuscitare.
. . Capire da vecchi è brutto, molto più rutto, Come si fa Non c'è più tempo per ricominciare da zero, e la nostra generazione ne ha prese talmente tante, di cantonate! Tra qualche mese, vedrai, non ti sembrerà neanche vero di essere passato
in mezzo a tutto questo.
Sarai magari perfino contento. Ti sentirai più ricco, non so, . . più maturo "
"Speriamo", mormorai.
La prima parola che mi è subito venuta in mente per descrivere questa mia esperienza di lettura è "inaspettato", Sapevo pochissimo di questo romanzo e mi ero fatta un'idea che non corrisponde a ciò che ho trovato nel libro e infatti ne sono rimasta sorpresa.
Mi aspettavo un romanzo sulla guerra e invece questo è assolutamente riduttivo, c'è molto altro dietro queste pagine,
La percezione di una guerra imminente e soprattutto le leggi razziali emanate in Italia nelsono presenti, ma non prendono mai il sopravvento sugli eventi, fanno da sfondo all'intera vicenda che è incentrata tutta sui personaggi, in particolare sull'io narrante e su Micòl, perno di tutta la narrazione.
Micòl FinziContini è una giovane donna bella, caparbia, forte, divertente e anche un po' snob, tanto che io non l'ho sempre amata devo ammettere, ma è di sicuro un personaggio indimenticabile e tratteggiato alla perfezione da Bassani che con la sua scrittura chiara, semplice e raffinata fa prendere vita ai suoi personaggi permettendo al lettore quasi di toccarli con mano.
Il nostro ionarrante è un ragazzo ferrarese, studente di Lettere che, venuto in contatto con la prestigiosa famiglia FinziContini, trova nel loro giardino e nella loro maestosa casa una sorta di rifugio dalla sua solitudine e dalla sua irrequietezza di giovane ebreo che comincia a sentire sulla propria pelle gli effetti delle leggi razziali.
Finirà con l'innamorarsi perdutamente di Micòl, seguiremo il loro rapporto fatto di tenerezze e tanta ambiguità, lo accompagneremo nel suo percorso di crescita ecco perchè alcuni hanno definito quest'opera un romanzo di formazione e nella sua amicizia con Alberto ed Ermanno FinziContini e con il milanese Giampiero Malnate con il quale discuterà di politica, arte e letteratura.
Leggendo un po' la storia dell'autore, credo di poter affermare che ci sia molto di Bassani in questo personaggio, molti dei suoi tormenti e del suo sentirsi ai margini della società.
Sullo sfondo di una Ferrara bellissima che Bassani con le sue narrazioni vivide e minuziose rende bella come un dipinto, si dipanano le vite di quattro ragazzi che nel giardino dei FinziContini trovano un'oasi di pace e apparente serenità mentre intorno a loro l'Italia si macchia dell'abominio delle leggi razziali e il mondo intero comincia a sgretolarsi sotto il peso di una guerra tragica ed imminente.
Si avverte fortissimo un senso di profonda malinconia tra le pagine che ha scritto Bassani, così come una sorta di "fatalismo" che ammanta l'esistenza dei personaggi che infatti sembrano sempre guardare ai giorni passati, quasi non osassero rivolgere un pensiero ad un futuro così fragile ed incerto, una triste consapevolezza che si allarga prima a tutta Ferrara e poi all'Italia intera.
Mi ha colpito moltissimo l'estrema delicatezza con cui l'autore ha saputo raccontarci questa storia, il suo sapermi coinvolgere e farmi sentire lì insieme ai protagonisti della sua narrazione, mi sembrava di sbirciarli dall'alto e di provare sulla mia pelle ciò che loro percepivano.
Bellissima la scrittura e nonostante la storia sia piuttosto lenta, forse un po' troppo in alcuni punti, la lettura scorre velocemente, Sono felice di aver recuperato questo classico della letteratura italiana che sicuramente rileggerò in futuro perchè secondo me è un libro che offre tante interpretazioni e chiavi di lettura e non vedo l'ora di recuperare altro dell'autore.
Lo consiglio a tutti : unamica che compie gli anni a metà maggio ci invita a cena e quando arriviamo ci annuncia di averci preparato, come aperitivo, lo skiwasser.
E mi viene in mente che io lo skiwasser lo conosco, e che quello che sto bevendo è freddo, quindi in realtà è lhimbeerwasser, la sua versione “eretica” o “apocrifa” o come la definisce Micol.
E così la memoria, dopo avere ritrovato un aperitivo che non avevo mai bevuto prima, mi induce a rileggere, dopo una cinquantina di anni qualcosa di meno, forse il libro che più di tutti vive di memoria, che avevo amato alla follia alla prima lettura.
Lho amato un po meno questa volta, i personaggi mi sono sembrati spesso vacui tennis, notti in bianco, una spruzzata di passione politica, una marca di scarpe o di cravatte e Micol, in particolare, molto smorfiosa.
Ma ho capito che il punto è proprio questo, quelli che sono finiti nei forni, a ventanni o a sessanta e più, non erano persone carine, non erano necessariamente simpatiche, perché erano semplicemente persone.
Avevano limiti, debolezze, illusioni, si preoccupavano delle buche nel vecchio campo da tennis mentre venivano progressivamente espulsi dalle scuole e dai posti di lavoro, confinati in luoghi di vacanza a loro riservati.
Pensavano che adattarsi sarebbe stato sufficiente a superare la bufera non è una critica: sono sicurissima che, nella stesse circostanze, anchio mi sarei adattata.
La ex smorfiosa Micol sembra avere raggiunto un minimo di consapevolezza di quanto sta per accadere, quando rifiuta fermamente lamore del narratore, ma questo non le impedisce di rimanere lì, ad aspettare che tutto succeda.
I personaggi vivono su due piani, da un lato preoccupati dalle leggi razziali e da quello che possono prefigurare, e dallaltro incapaci di credere che la situazione possa diventare realmente pericolosa.
In fondo il presidente del club di tennis li ha cacciati, sì, ma a malincuore, Ed è così, accettando piccoli peggioramenti progressivi della vita quotidiana, che si arriva alla catastrofe, di cui il libro, elegantemente, non parla, limitandosi a farne un tristissimo ma sobrio resoconto a posteriori.
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