a slow start, the languorouslylong sentences, many of them heavy with metaphors, grew on me, But don't look for much of a plot here, Instead, Antunes is all about mood and tone and streamofconsciousness,
Ostensibly about a Portuguese doctor serving his country's colonial ambitions in a war against rebels in Angola, this is as much about the good doctor's head, his dreams and nightmares, his ongoing conversation with the woman he loves, complete with the physical descriptions that make his escapist fantasies quite real.
Interestingly, the chapters are not numbered but lettered, from A to Z, And Antunes earns his letters in the antiwar book annals of literature, The powersthatbe back in Portugal generals, government officials, church officials are the villainsthatbe pulling the strings from the safety of the home country, Same old, same oldno matter the country, no matter the time in history, It's the young,something men dying for reasons they can't comprehend that we pity,
Worth the effort if you're up for itand up for it you must be, It's not an easy read, it's a chewy, ruminative one, António Lobo Antunes chiama Celine
E il fantasma du Voyage au bout de la nuit di LouisFerdinand Celine aleggia su António Lobo Antunes che si riconosce suo epigone, lo stesso cinismo ma nel lusitano c'è una vena malinconica più temperata, e una lingua ovviamente più moderna, ricchissima di immagini metaforiche che non hanno mai il guasto dell'eccesso né del rococò che vuole stupire tanto per.
. . , vorrei ritenerle tutte a memoria, lette, rilette, sottolineate, evidenziate da condividere potenti nella loro bellezza, verità e incisività,
Il più grande scrittore portoghese vivente merita il Nobel mi piacerebbe così, al pari del collega ungherese, lo scrittore dalle tante kkkkk Laszlo Krasznahorkai.
Ma poi così a bruciapelo: chi saprebbe dire quale è la capitale dell'Angola
Tempo fa ho visto un video deliziosoo in cui una mamma napoletana di una deliziosa bambina di tre anni le faceva degli indovinelli sui nomi di alcune capitali, lei era straordinariamente brava e precisa non ne sbagliava una, conosceva almeno una ventina di capitali o capoluoghi, MA, non la capitale dell'Angola, come non c'era Isernia perché nessuno saprebbe mai posizionare Isernia su una cartina muta, né saprebbe dire a che regione appartiene perché il Molise in realtà non esiste, è come il mito di Atlantide.
L'Angola invece sì che esiste e la sua capitale si chiama Luanda,
Colonia portoghese, dove António Lobo Antunes affoghiamo totalmente nel gorgo della sua vita reale viene inviato dal governo lusitano di Salazar per ventisette mesi nel culo del mondo, in quell'orizzonte sconfinato.
Insediamento militare tra putride pianure e savana gialla a fare il tenente medico per diventare finalmente uomo diranno i suoi parenti, a riparare moncherini martoriati da mine, a ricucire intestini fuoriusciti dalle pance, a curare paludismi con il chinino, a suturare ferite gocciolanti sangue.
Ancora un libro sulla guerra
Una delle tante guerre, no, perché l'estro del narratore è raccontarti la guerra quasi come non ci fosse, come una pista ciclabile che corre parallela alla strada principale, parlando soprattutto di altro meno bombe, meno artiglieria attacchi o ritirate, ogni autore offre il suo taglio narrativo e posa il suo sguardo in maniera personale sui conflitti.
E io ho amato profondamente come, su cosa, e dove lo sguardo cinico, esistenziale, malinconico totalmente smaliziato di António Lobo Antunes si posa, allarga restringe mette a fuoco.
E quindi In culo al mondo non è solo un romanzo sulla guerra, è anche un romanzo su come si cambia irrimediabilmente, sull'amore, sul sesso, sullo spegnersi delle pulsioni o meglio su come si modificano negli anni, sulla ricerca della felicità, sulla disillusione e sul disincanto, sulla solitudine.
Sull'impossibilità di tornare indietro,
E anche quando poi torna a Lisbona e rifà l'amore per la prima volta con la sua giovane moglie non gli sembrerà di farlo con lei ma gli sembrerà di farlo per loro e con tutti loro quelli rimasti laggiù nel culo del mondo: per gli ufficiali che giocano a scacchi al club, per i compagni saltati in aria che dormono nelle bare zincate in attesa di prendere il
volo per casa, per il catanghese che si faceva grigliate di topi, per le mulatte africane che hanno alleviato la sua pena, costante.
Perché la guerra, come certi fatti nella vita, ti segna a fuoco come tatuaggio indelebile e non finisce mai anche quando finisce, come non è mai finita per Primo Levi né per LouisFerdinand Céline.
Perché poi quando finisce c'è un senso di abbandono come quando perdi un grande amore e c'è la paura di tornare e non farcela da soli perché dopo non si è più gli stessi e non c'è più alcun posto dove tornare che rimanga uguale a prima, nemmeno Lisbona con i suoi azulejos, nemmeno il Tago o il Benfica che non è solo una squadra di calcio ma anche un quartiere di Lisbona , e si fluttua come tra due continenti
alla ricerca di uno spazio bianco per gettare l'ancora
.
. .
Ma com'è che ti ritroverai a Lisbona dopo che sei stato in culo al mondo
E torni che sei più solo, l'incanto della vita si è spento.
Forse la guerra ha contribuito a fare di me quello che sono oggi che nel mio intimo rifiuto: un single malinconico a cui nessuno telefona e la cui telefonata nessuno aspetta, che tossisce ogni tanto per inventarsi una compagnia
E la gigantesca assurdità della guerra viene raccontata anni dopo in un bar di Lisbona ad una donna sconosciuta, convitata di pietra che non disse nemmeno una parola, muta specchio della sua anima, che ascolterà il flusso ininterrotto di parole lucide e metafisiche in un racconto che finirà in una camera, dove il letto sarà isola alla deriva nel mare dove si cercherà di rinnovare fasti di passioni ormai fallite che finiscono nello scolo del bidet, cercando di dimenticare, mentre le accarezza il ventre e con le dita l'incavo umido delle cosce dove il mondo ha veramente inizio, i fantasmi degli echi della guerra, il suono degli spari e il silenzio indignato dei morti.
Romanzo senza alcuna redenzione, di sola andata senza ritorno, mi ha lasciato letteralmente prostrata, potente e bellissimo What I dislike most about this book is that I dislike it.
I closed the cover with an alarmingly low empathy level, and for reasons that may appear petty and pedantic,
The vague, nonspoiler sketch: a semiautobiographical young Portuguese doctor goes off to war in Angola and comes home to find that he cannot shrug off the horrors and simply continue prosaic modern life.
This is material that should move me, But it doesn't. And here's why: I couldn't stomach the nonstop, gratuitous, and sometimes totally inane similes and metaphors,
There are certain horrific descriptions of the war and of alienation that were potent, But then, a dogpile of metaphors would emerge, like a teeming mass of ants, like a mass avian migration whose flapping vitality would, . . and I would either start to fall asleep or look ahead for the chapter break,
I just couldn't get immersed, I'm sorry. This is supposed to be a masterpiece, but I don't see it, I admit that I haven't fought in a war, So maybe that's it. But I don't know because I've read other books about war that have torn me to shreds,
And I don't think it's the Englishing either because some of the figurative comparisons were quite good, But it was a veritable hotdogeating contest, And not in a good way,
I would support my claims, with some excerpts but I don't have the stomach for it,
.stars, rounding up so I don't get shanked, Ένα εικονοκλαστικό μυθιστόρημα, μια κλινική περιγραφή και μια σαρωτική σάτιρα που εξηγεί γιατί η επανασύσταση των Γαριφάλων ξεκίνησε μέσα από τη λάσπη της Αγκόλας. Liberation.
Ένα μυθιστόρημα με πολιτικές προεκτάσεις, καυστικό προς την αποιοκρατία της Πορτογαλίας στην Αγκόλα.
Ο τρόπος γραφής πολύ ασυνήθιστος για μένα. Περιγραφές που χάνονται στο λαβύρινθο μιας επιτηδευμένης γλώσσας, που τελικά κουράζουν και αποσυντονίζουν τον αναγνώστη ως προς το κεντρικό θέμα.
Θεωρώ πως είχε τη δυνατότητα, να μην αδικήσει τον εαυτό του. Θα ήθελα να διαβάσω και κάτι άλλο δικό του για μια πιο ολοκληρωμένη άποψη. Άλλωστε αφορμή στάθηκε μια συνέντευξη, αν δεν κάνω λάθος, του Harold Bloom, ότι τον θεωρεί ανώτερο του Saramago στην Πορτογαλία. .