Pick Up Manuale Per Ragazze Rivoluzionarie: Perché Il Femminismo Ci Rende Felici Conceived By Giulia Blasi Offered In Interactive EBook
da far leggere nelle scuole, Molto riflettere Lo può leggere chiunque, non fatevi fregare dal colore della copertina, Se anche una bambina dianni riesce a capire che il rosa e i suoi derivati possono essere di tutti può farcela persino un adulto maschio bianco etero,
Poi l'ho letto io che fino aanni fa nemmeno sapevo se volevo essere femminista,
Non fa odiare gli uomini, al massimo da odiare stronzi o stronze, E come sappiamo tutti, la stronzaggine è trasversale, Un po' come il maschilismo, Ho troppi pensieri incoerenti appena dopo aver finito questo libro, ma non voglio lasciare in sospeso questa recensione perché mi conosco e so che poi mi dimentico di pubblicarla.
Quindi inizierò dicendo che questo manuale è uno di quei libri che possono cambiare la vita, nel senso di permettere di vedere ciò che finora si era dato per scontato o addirittura nemmeno notato.
Dovrebbe essere una lettura obbligatoria per donne e uomini, io l'ho trovato una fonte di ispirazione simile a "Poetry as insurgent art" di Ferlinghetti, È dannatamente ben scritto, è denso di contenuti, è divertente e fa pensare e fa indignare, com'è giusto che sia, È di certo uno dei migliori libri topche abbia letto quest'anno, È un libro che voglio raccomandare, regalare e rileggere,
Ad avercene di più! Un saggio sul mondo in cui le donne devono vivere quotidianamente,
A volte non sembra ma non viviamo in un mondo in cui noi donne siamo ben accette se non rimaniamo in un angolo e auspichiamo a ricoprire posizioni di rilievo.
Da leggere con parsimonia, un po alla volta per assaporarlo per bene, Questo libro è una piccola rivoluzione già da solo,
Lo spaccerò senza pietà a tutte le mie amiche,
Vorrei che tutte le mie coetanee potessero leggerlo,
Grazie Giulia Blasi, per le parole che non ero mai riuscita a trovare da sola, Una bellissima introduzione al femminismo, con spinte verso lapprofondimento titoli di libri, nomi di autrici, la conoscenza dei problemi e i dati reali, E recenti: il libro è del, quindi non abbiamo neanche la rassicurazione che dice eh ma ormai la situazione sarà cambiata Non so voi, ma io, di fronte alle istanze femministe, me la ripeto circa dieci volte al giorno, perché non voglio credere che il mondo sia così una merda.
Tra parentesi, purtroppo vengo sempre smentita: l'ultima volta è stata qualche giorno fa, quando ho scoperto che i Premi Nobel in fisica assegnati a una donna, dalal, su circa duecento vincitori, sono quattro.
Sapete quando dicono che Marie Curie è stata la prima Ecco, non dico anche l'unica, ma quasi,
Questo libro è anche una boccata d'aria fresca, Se siete come me, spesso su facebook o altri social trovate diversi commenti, anche molto lunghi, spammati come se non ci fosse un domani, che potremmo catalogare come 'propaganda MRA': lamentele inutili, critiche sterili, not all men, anche le donne uccidono, ma nessuno pensa agli uomini, le discriminazioni maschili.
Non tutte queste affermazioni lasciano il tempo che trovano è vero che di stupri maschili nessuno parla, ma esistono anche loro è vero che esistono uomini non macisti e che sono spinti ad esserlo fin da piccoli e spesso, tra l'altro, le femministe lo riconoscono! ma avevo trovato legittime anche altre affermazioni, che mi avevano fatto sentire sporca, un po' come a essere d'accordo con Forza Nuova.
Fortunatamente adesso, leggendo Giulia Blasi, quelle pulsioni sono sparite: ho capito finalmente perché bisogna chiamarlo proprio femminismo gli uomini Benvenuti! E se vi dà fastidio il nome, forse è perché vi turba il contenuto, perché il femminicidio è un termine importantissimo femminicidio indica il movente, non la morta è una frase che probabilmente dovrei fare incorniciare e appendere da qualche parte, e perché, sebbene not al men sia tecnicamente vero, spesso è anche un modo per dire: "Sì, però io non c'entro, vero".
Risposta: di solito, sì.
Tra l'altro, il pezzo in cui Giulia racconta come viene visto un femminicidio nella nostra società ha una potenza, una forza e un valore artistico non comuni da trovare in un saggio: vi consiglierei di recuperare questo libro anche solo per quella parte, che comunque potete trovare sitelinkqui, letta da Cimdrp, un'altra youtuber e formatrice brava, femminista e divertente.
La Blasi, insomma, parla di femminismo molto bene è competente, spigliata e accogliente, e per non farci mancare nulla, scrive anche benissimo, La sua penna riesce a dare voce ai bisogni che ancora neanche sapevi di avere, alla rabbia inespressa che non ti sei mai resa conto di aver sotterrato, e anche alle colpe che hai commesso e che è doveroso espiare.
E in più ti racconta anche alcune sue esperienze di vita, particolarmente sentite e toccanti,
Ho comprato il libro cartaceo e lo consulterò spesso ma resto una grandissima fan dell'audiolibro, letto da lei stessa, perché oltre a tutto, ha una delle voci più intrattenenti e rilassanti che conosca, e che ascolterei per ore di fila cosa che in effetti ho fatto.
Questa recensione non vuole però darvi l'idea che sia frutto di una lettura acritica, e quindi ecco qualche parere discordante da quello della Blasi,
Innanzitutto, per quanto la presentazione delle discriminazioni che la nostra società aveva e ha ancora nei confronti delle donne sia puntuale e abbastanza completa, il nemico ideologico principale del femminismo, il patriarcato sì, si chiama così, viene presentato ai lettori soprattutto tramite esempi: il patriarcato ha la faccia di, il patriarcato è tua nonna/tua madre/il tuo capo/tua sorella/tu.
Esempi sempre calzanti, ma che ne mettono in luce soprattutto gli effetti, e quindi non consentono di inquadrarlo bene e chiaramente, in tutte le sue complesse sfaccettature di sistema sociale.
Avrei preferito di più, almeno all'inizio, una definizione, anche accademica, breve e precisa bene gli esempi, ma dopo, Un po' come poi la stessa autrice ha fatto dopo, con la distinzione tra misoginia, maschilismo e sessismo, distinzione che non conoscevo e che credo di dover ancora rileggere e approfondire meglio.
Anche il capitolo intitolato il mito della donna forte, a mio parere, è un po' più debole del resto del libro, perché mi sembra confuso e senza un'idea chiara alla base.
Si comincia con la demolizione di donne che hanno o hanno avuto ruoli di potere, ma che femministe non lo sono neanche di riflesso, come Margaret Thatcher e Marine LePen e fin qui, tutto bene.
Poi si passa a una critica non troppo chiara ed esplicita alle supereroine, che "vengono celebrate in proporzione a quanto riescono a menare come i suoi pari" sì, però Giulia, dimmelo chiaro: se mi piacciono i film di supereroi, e mi piacciono, mi devo sentire in colpa oppure no quando invece, secondo l'autrice, bisognerebbe dare spazio a una "cultura femminile basata sulla solidarietà e alla condivisione" ma le donne non erano spinte dal patriarcato a odiarsi fra loro, poi malamente giustificata da una descrizione dell'economia domestica in cui "non importa chi faccia meglio il bucato, l'importante è che venga fatto" si sta parlando di ruoli non prestigiosi né di potere, non è troppo complicato fare il bucato, cosa c'entra con una supereroina chiamata a salvare il mondo.
Infine, si conclude con un vago messaggio in cui "la forza sta nella gentilezza ma in realtà no però sì", in cui da una parte sembra non vada bene che ci siano donne leader nelle serie tv tra l'altro: tutte quelle che mi vengono in mente non sono stronze, e dall'altra però cerchiamo riferimenti in donne che, ai miei occhi, sono più che supereroine perché sono vere, da quelle che si rifiutano di sposare i loro stupratori gettandosi addosso l'odio di tutto il loro paese Franca Viola e Anna Maria Scarfò, fino alle partigiane, comuniste ed entrate nell'assemblea costituente, come Teresa Noce.
Inoltre, anche se durante la lettura/ascolto mi sono ritrovata a sottolineare un sacco di frasi con la scritta "TROPPO VERO!!", "QUANTO HAI RAGIONE!", "VERISSIMO!", "ESATTO!", ci sono state alcune parti che non ho condiviso con lo stesso trasporto, come la tendenza ripetuta a chiamare femminili e maschili certi comportamenti e attitudini ne capisco il senso, ma pensavo che i ruoli di genere li volessi eliminare, e altre parti in cui ho storto un po' il naso, soprattutto quelle riguardanti i tabù sessuali.
Io ho ventidue anni, e quindi, per citare Giulia, faccio parte di quella generazione che si deve inventare un po' come si fa, per superare questo problema ecco la mia umile proposta, qui sotto nella parte spoiler.
Detto questo, ricordate che queste sono critiche relative a una decina di pagine al massimo, su trecento in totale, Quindi certo, questo libro non è da cinque stelle, ma da quattro sicuramente, Anche quattro e mezzo, se potessi, .