Collect La Matematica è Politica Depicted By Chiara Valerio Shown As Softcover

delle mie prime letture dell'anno, Non conoscevo l'autrice, ma la collana einaudiana è stata spesse volte foriera di soddisfazioni, fatta eccezione per il terribile libercolo "Pensare altrimenti" di Diego Fusaro rimando ai miei due centesimi spesi a suo tempo su questa piattaforma, il quale col volgere degli anni, e non c'era di sicuro bisogno del mio acume per arrivarci, si è rivelato come uno dei più abili pifferai di dabbenaggini circolanti per il nostro già disastrato Paese.
Anche il mio stimato collega, il Chiarissimo Professor Massimo Cacciari, nel mentre penso abbia un po' esagerato col Valdobbiadene, e anche l'illustre Giorgio Agamben, che non ho mai avuto il piacere d'incontrare, potrebbe aver avuto problemi analoghi.


Parliamo però di Chiara Valerio, che se letta alla giapponese, alla coreana o alla cinese, potrebbe diventare un uomo, nonché un omonimo dell'immenso e mai troppo blasonato Piero: ma anche questa è una mia boutade, e dunque gradirei spendere due parole su questo simpatico e fumoso pamphlet.


Perché simpatico
Perché non si parla mai abbastanza di matematica e in un paese a digiuno di sapere scientifico come il nostro, tuttora ancorato a certe incartapecorite posizioni del Croce il quale non ha alcuna colpa, si capisce , se ne sente ancora di più la necessità.
Sicché è d'uopo plaudire alla nostra scrittrice che, con la sua solida formazione fatta di logaritmi, integrali e chissà cos'altro, è riuscita quantomeno nell'impresa di scardinare un uscio rimasto finora troppo serrato, per non dire intriso di ruggine.
Ma Chiara avrà senz'altro fatto il richiamo dell'antitetanica e non avrà avuto alcun problema di sorta,
In definitiva, un testo che desta simpatia per il suo coraggio e per come inizia, con le sue notazioni autobiografiche: e ciò, come dirò più avanti, può essere paradossalmente ascritto anche all'elenco dei difetti.


Arriviamo allora al secondo punto: perché fumoso
Diciamo che a Chiara Valerio dev'essere a un certo punto
Collect La Matematica è Politica Depicted By Chiara Valerio Shown As Softcover
sfuggita la penna di mano.
Le note personali poste al principio hanno il suo perché, e sarebbe stato auspicabile, a costo di vedersi affibbiata l'etichetta di narratrice e divulgatrice ombelicale, seguitare sulla medesima falsariga.
E invece, andando avanti, la lettura diviene oltremodo faticosa, poiché lei si getta, o almeno vorrebbe farlo, nei meandri della filosofia, disciplina che io maneggio sin dalla tenera età e grazie alla quale mi sono guadagnato prima il pane e poi la pensione.

Ecco, non avrebbe dovuto azzardarsi: immergersi in riflessioni filosofiche, in particolare quando si discorre di scienza e materiale affine, significa camminare su un terreno assai scivoloso: e Chiara ha proprio messo i piedi nel modo più errato, dacché il suo libro assume a poco a poco i connotati dello scappellamento a destra come fosse antani, indi per cui il lettore, persino uno lo dico senza modestia preparato come il sottoscritto, si ritrova smarrito, impossibilitato a capire le frasi dinanzi ai suoi occhi.


Sarebbe stato più utile, e forse pure meno rischioso, ricorrere a stratagemmi dialettici meno arzigogolati e più diretti, soprattutto per un motivo: nel titolo è presente il vocabolo "politica", e quella parola dev'essere motivata e sostenuta da una digressione tanto seria quanto di carattere immediato ma non per questo semplicistico.
E questa è ahimè una cosa per pochi, come pochi sono rimasti coloro i quali riescono ad argomentare la complessità in maniera intellegibile,

Io, ammetto con un certo candore, ho sempre sposato la fumosità, ma questo perché altrettanto fumosi erano i temi da me trattati: difficile è infatti rimanere comprensibili quando si parla dell'esistenza, dell'esserci, di epistemologia e filosofia del linguaggio.
Chiara avrebbe invece avuto tutte le carte in regola per regalarci qualcosa di più godibile e meno farraginoso: è come se avesse voluto dimostrare di essere brava, con tutta probabilità ancor più brava di quel che è, ignorando tuttavia che per farlo non servono per forza i paroloni e le frasi a effetto.
Si può anzi risultare ancor più meritevoli d'attenzione attraverso la leggerezza e l'accessibilità, concetti oltremodo lontani da "La matematica è politica", che verrebbe da ribattezzare "La matematica è metafisica", seppur in assenza di metafisica.


Chissà cosa ne pensano i colleghi Agamben e Cacciari, Non saprei indovinarlo: a mio avviso, potrebbero essere ancora lì a interrogarsi sulla costituzionalità del green pass proprio ora che io sono in attesa della quarta dose vaccinale, oramai fieramente prono alla scienza ufficiale, da cui non sono stato mai deluso, così come potrebbe essere accaduto a Chiara Valerio.
Scrivo "potrebbe essere" non avendone la sicurezza, e soprattutto perché dal libro non emerge nulla di tutto ciò, E se c'è, proprio non si riesce a comprendere, L'autrice presenta una democrazia desiderosa di principi matematici, Ipotesi paragonate a una granita forse troppo piena, forse troppo vuota, Definisce la verità deresponsabilizzante, infatti, essendo indipendente dal soggetto, porta alla conclusione dell'inesistenza di un colpevole, Governati in realtà da un ragionamento deduttivo basato su  punti di vista,  considerati come assiomi, il cui prodotto può essere tutto, può essere niente, e mostra così la fallacità del sistema.

Rompe momenti di giudizio verso i politici affrontati con discorsi  logicomatematici, con brevi ricordi personali,
Sarò sincera, interessante ma non mi ha fatto impazzire, “Io penso che lunica difesa dalla dittatura dellintrattenimento sia la lettura,
Il lettore, come chi studia matematica, e in generale chi studia, è capace di stare da solo, Chi sta da solo è politicamente complesso, perché non deve essere intrattenuto, Chi sta da solo si intrattiene da solo, con i propri modi e i propri tempi, sfugge alla dittatura, ”
Io di Chiara Valerio leggerei estasiata pure la lista della spesa, Non capisco niente di matematica, niente, una roba da vergognarsi ma ho capito perfettamente dove voleva arrivare con questo breve saggio che mi ha fatto compagnia un paio d'ore lo scorso pomeriggio.
Ho sottolineato molto, ho riso molto, ho gridato molto all'intelligenza di questa donna, L'ho incrociata un po' di volte a Venezia ma non ho mai avuto l'ardire di fermarla e stringerle la mano ora poi, non si può.
Ma lo farei volentieri e se non avete mai letto nulla di suo correte subito ai riapri,

Questo libro è stata unenorme delusione dopo lhype che ne ha fatto lopinione pubblica, Se dovessi descriverlo lo paragonerei al mio processo cognitivo: molte idee buone ma esplicitate in modo confuso e dunque il risultato che ne deriva è quello di un discorso fin troppo dispersivo, per nulla lineare.
Il messaggio generale è comunque di facile interpretazione: la matematica, diversamente da come ci hanno insegnato a scuola, non è una struttura rigida che deve concatenarci a delle regole già stabilite.
Ognuno è portatore della propria visione dellinsieme e la realtà che essa ci offre è soggetta a molteplici interpretazioni, non per forza errate perché deviano dallo standard standard qui preso come unica verità possibile.
Messaggio apprezzato ma oltre a questo non ho tanto altro da dire,


shoutout alla menzione a Mancuso, di cui ho appena finito di leggere un saggio, ma di cui fatico a comprendere il collegamento con il discorso.
Come allo specchio. C'è della confusione. Nello stile, nelle idee, nel modo in cui sono esposte, Mi è sembrato di leggere una bozza consegnata in fretta e furia, una brutta copia da rivedere e correggere,
Mi ha ricordato quei bellissimi temi che scrivevamo al liceo, consegnati in brutta copia ad un insegnate troppo severo allo scadere delle due ore a disposizione, pieni di idee magnifiche che restavano però solo nella nostra testa e che, messe su carta, risultavano una grande disordinata minestra.

Da rifare. “Non è vero che per studiare matematica bisogna essere portati, Per studiare matematica, come per il resto e piú del resto, bisogna solo studiare, ”

Non so in che rapporti siate voi con la matematica, io confesso di aver capito di avere delle capacità nella materia solo molto tardi colpa della scuola, colpa dei pregiudizi, colpa mia prima di tutto.

Molto interessante questo libro, che in realtà parla molto più di democrazia che non di equazioni, letto e annotato in più punti,
Una visione ampia, sul concetto di bene comune e libertà personali, un libro illuminante per mettere ordine fra le idee che possediamo e a volte sono difficili da approfondire.


“La democrazia è matematica, si basa su un sistema condiviso di regole continuamente negoziabili e continuamente verificabili, La democrazia, come il linguaggio, e tra i linguaggi la matematica, non è naturale, non è un fiore che sboccia, è una costruzione culturale e dunque, in quanto tale, va continuamente ridiscussa, la democrazia non rinverdisce a primavera come certi alberi, bisogna sceglierla, come si sceglie il linguaggio.


Non manca nel libro la dichiarazione del valore della lettura rispetto allintrattenimento come non pensare alle peggiori trasmissioni televisive:

“Il lettore, come chi studia matematica e in generale chi studia, è capace di stare da solo.
Chi sta da solo è politicamente complesso perché non deve essere intrattenuto, Chi sta da solo si intrattiene da solo, con i propri modi e i propri tempi, sfugge alla dittatura, La dittatura dellintrattenimento è unaltra forma di negazione del tempo come prigionia, tortura, persecuzione, ”

Interessante, consigliato.


La matematica è politica
Chiara Valerio
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