Read For Free Paese Dombre Written By Giuseppe Dessì Shared As Copy

che proprio grazie alle sue pagine ingiallite, ha attirato la mia attenzione e che ho voluto portarmi a casa.
Non conoscevo ne l'autore, tanto meno il titolo, Ho poi scoperto, leggendo, di aver trovato un gioiellino, di un grande autore italiano,
Siamo in Sardegna, Dessì, ci racconta la storia di Angelo Uras, ragazzino orfano di padre, povero ma che erediterà una piccola fortuna.

Vedremo Angelo crescere, essere ingiustamente accusato, farsi una posizione e prendere delle decisioni, subire pressioni, La sua vena ambientalista e la sua grande onestà intellettuale saranno la sua forza e sono il messaggio principale di questo bel libro.
Ma che bel libro ho tenuto in naftalina per tanti anni! che scrittore, che racconto! Ambientato nella Sardegna degli anni appena successivi all'Unità d'Italia, quando i soprusi dei piemontesi più dominatori che governatori dell'isola, rischiavano di trasformare quella terra boscosa e ricca di selvaggina e di risorse naturali in un'arida landa, questo romanzo racconta la vita, gli amori e l'attività imprenditoriale prima e di sindaco del paese poi di Angelo che, reso benestante dal testamento di un avvocato facoltoso e ribelle, s'impegna a difendere la sua isola dall'avidità del governo, dalle angherie e furberie dei ricchi del paese, sforzandosi di tendere più vivibile una terra aspra e difficile.
Dessì ha saputo narrare e descrivere così bene la sardegna e i suoi abitanti, sfrondando il suo racconto dell'atmosfera magica di deleddiana memoria e restituendoci una terra comprensibilmente amata dai suoi abitanti pronti a lottare per non perderla Il libro della mia giovinezza.
. . sarda. Una storia semplice che racconta i silenzi, le ombre, . . le pastoie, di una terra ancestrale, Un personaggio su tutti mi è rimasto impresso : Valentina, giovane donna che perde la sua vita mettendo al mondo una vita, assonanza con la fine di chi mi portò al mondo.
Dovrei rileggerlo oggi,allora lasciò un segno che piano scolori', "silenzio vegetale" e "La luna piena galleggiava nel liquido cielo settembrino, amo tutto di questo libro: i personaggi da angelo uras, che sposerei anche fra cinque minuti, a carignosa e zurito, fino all'ultimo colombo morto sparato e all'ultimo albero abbattuto le parole desuete che mi piacciono tanto c'è ancora qualcuno che usa il termine profenda l'ambientazione la storia che è Storia.

è un grandissimo romanzo, un grandissimo romanzo d'amore e di amori, che ti ripaga di tutti i romanzelli demmerda con i quali ti sei ammorbata tuo malgrado.

Questa è Letteratura con la L maiuscola, cinque stelle come si conviene ad un'opera di elevata caratura, Il paese del titolo è il paesino di Norbio posizionato vicino Cagliari, ma è anche l'Italia intera, Le ombre sono quelle dei boschi, ma sono anche i fantasmi di una Storia che non è fatta solo di eventi gloriosi ma anche tanti eventi luttuosi e tante scelte sbagliate.
Questo
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è uno di quei libri che raccontano La Storia: storia delle genti e delle tradizioni, storia d'Italia non per incensarla o inventarla ma per provare a spiegare com'è andata, con le cose giuste e con quelle sbagliate.
Storia dal punto di vista della Sardegna, regione trattata da sempre come una sorta di colonia, una specie di optional da sfruttare o da magnificare, a seconda delle esigenze del momento.
In tutto questo, come sempre, c'è anche molta attualità,

"Quella diversità di accenti e di caratteri gli faceva pensare alla guerra, anzi alle guerre alle quali aveva preso parte, come tanti altri "per fare l'Italia unita".
Ma era stato soltanto ingrandito il regno del Re sabaudo, La vera faccia dell'Italia non era quella che aveva sognato con tanti altri giovani, ma quella che sentiva urlare nella bettola divisa come prima e più di prima, giacché l'unificazione non era stata altro che l'unificazione burocratica della cattiva burocrazia dei vari stati italiani.
In realtà, fra gli stessi italiani del Continente, non c'era in comune se non un'astratta e retorica idea nazionalistica, vagheggiata da mediocri poeti e da pensatori mancati.
"

"Il governo regio e i fanatici dell'unificazione non avevano tenuto conto delle differenze geografiche e culturali, e avevano applicato sbrigativamente a tutta l'Italia un uniforme indirizzo politico e amministrativo.
Del resto tutta l'Italia appariva come un paese di poveri, destinati a far da comparsa in un grande dramma storico.
Dopo la fiammata del Risorgimento, era cominciata l'Italia istituzionalizzata dei prefetti e dei generali, l'Italia della tassa sul macinato e di Dogali, che possedeva soltanto di nome indipendenza, unità e libertà, e nelle sterili polemiche tra Destra e Sinistra si delineava già l'inetta classe dirigente che doveva accompagnarla verso la Grande Guerra e il fascismo.
In questo spettacolo, solo le comparse erano uomini autentici, Forse il brigantaggio non fu altro che una rivalsa delle comparse che cercarono, per un momento, di mettersi al posto degli attori i quali, imperterriti, recitavano accademicamente la parte che si erano attribuita sul palcoscenico di Roma.
"


Dunque un magnifico affresco dell'Unità d'Italia, della vita rurale, dell'avvento delle prime leghe operaie e dei primi scioperi, fino al disastro della grande guerra: a cavallo tra ottocento e novecento, tutto questo è raccontato indirettamente attraverso le vicende della vita del protagonista Angelo Uras, da quando è ragazzino povero figlio di contadini, fino alla sua vecchiaia di capostipite di una numerosa famiglia e di persona stimata da tutto il paese, di cui è sindaco, importante proprietario terriero ma soprattutto persona intelligente e capace di moderazione e persuasione nei confronti dei propri interlocutori.
La struttura è un po' la stessa che verrà riutilizzata da Crovi ne La valle dei Cavalieri: attraverso la vita di un protagonista e della comunità all'interno della quale egli si muove e cresce, l'autore racconta la storia d'Italia.
Qui l'ambientazione è una Sardegna splendida e rurale e coperta di antichi boschi, e anche questi ultimi sono importanti protagonisti del romanzo, non meno di Angelo Uras o della Storia dell'unità d'Italia.
E' Sardegna, ma in molti passaggi potrebbe anche essere un qualsiasi paesino di montagna di qualsiasi altra parte del regno appena unificato.
E' il romanzo della montagna e della sua gente, dei suoi alberi e boschi e torrenti, "Erano pur sempre montanari, e dei monti si portavan addosso l'odore quell'odore di fumo di legna, di erbe secche bagnate dalle piogge del lungo autunno e lui li amava.
"

"la parte più antica del paese: piccole case di pietra e piccoli cortili irti di mucchi di rami secchi, di fasci di canne, di lunghe pertiche.
Ogni casa, simile a un guscio annerito, prende luce da piccole finestre e dalla porta aperta direttamente sul cortile, "


Emerge bene, in ogni caso, il carattere dei sardi che hanno nell'anima un legame con gli antichi più radicato e sentito rispetto le genti del continente, che riescono a sentire e ricordare eventi accaduti mille anni fa come fossero cose di ieri l'altro.


" Qui gli alberi sono come ai tempi di Josto
Chi era questo Josto
Era uno dei nostri, che combatteva contro i romani, contemporaneo di Annibale, credo"


E' un romanzo strutturato, composito come i grandi romanzi ottocenteschi sanno essere, solido e poetico al tempo stesso, usa un lessico attentamente ricercato e selezionato, descrive la psicologia delle persone con una sensibilità fuori dal comune.


"Che cos'è l'amore, si chiedeva, se poi quando si soffre non si trovano nemmeno le parole giuste per consolarsi.
Concluse che l'amore è muto, e che per questo si possono amare anche le bestie, che non parlano, Lei e Angelo non si erano mai detti molte parole, Si erano amati, si amavano in silenzio, "


Anche se la storia e il tono sono completamente diversi, questo romanzo si può tuttavia in qualche modo affiancare a Il segreto del bosco vecchio di Buzzati per via della presenza di questi grandi boschi che sono veri e propri protagonisti della storia.
Il tema dell'ecologia è messo in risalto sin dalle prime pagine e non viene mai meno durante tutta la lettura gli alberi nascono con Angelo Uras, crescono con lui e a lui sopravviveranno.
Questo stretto legame tra la vita dei boschi e la vita del protagonista vuole ricordare che è possibile l'esistenza di amore e rispetto, da parte dell'uomo, nei confronti di una natura con cui egli aveva tutto sommato ben convissuto fino all'avvento della rivoluzione industriale.


"Aveva un'esatta cognizione del tempo, sapeva che non avrebbe potuto vivere abbastanza a lungo per vedere quelle montagne ricoperte di alberi.
La stessa consapevolezza gli dava la possibilità di concepire il tempo con una dimensione infinitamente più vasta della vita degli individui, del breve ciclo entro il quale la polvere prende l'aspetto di un uomo e ritorna polvere.
Ma gli alberi, per fortuna, durano di più, pensava, associandoli inconsciamente all'idea della durata che lega generazione a generazione, "


E parlando di piantare un nuovo bosco di pini:

"Ma chi te lo fa fare
Mi piace.
Fra cento anni questo paese
Fra un secolo il cuore di questa gente sarà duro come è sempre stato,
Il cuore l'anima non m'importa di queste cose, Per questo non ho voluto farmi prete, "


E infine, un'immagine degli alberi non solo come di qualcosa più forte dell'uomo ma anche capace di portare più speranza:
"Oggi, quasi un secolo dopo, a dispetto della cattiva amministrazione e della lottizzazione più volte minacciata e sempre incombente, i pini sono centocinquantamila e quando il vento soffia, rumoreggiano come il mare.
Salendo verso la chiesetta, se ne vedono alcuni enormi, con i rami grigiastri come sconvolti da un vento cosmico che li abbia investiti, ma come il vento eterni, indistruttibili.
"
"Intanto era stata proclamata l'Unità del Regno e Fulgheri non si stancava di ripetere che si trattava della unificazione delle burocrazie dei diversi stati italiani soltanto della unificazione burocratica: perché l'unità vera, quella per la quale tanti uomini si erano sacrificati si sarebbe potuta ottenere soltanto con una federazione degli stati italiani.


Bello scorcio della "mia" terra alla fine dell'ottocento, inizi novecento, Una sardegna che conosco poco, con poco mare e che sta lontano da Cagliari, Bella, bello il libro . bellissimo, nonostante in molti passi non succeda niente di particolare, non diventa mai noioso, è stato molto bello seguire la vita degli abitanti di norbio, soprattutto di angelo uras, da bambino alla morte, impossibile non affezionarsi a certi personaggi, anche se durano relativamente poche pagine, ltUn'intima, delicata e autentica intrusione in un mondo a parte, che non esiste più o che resiste in remote realtà.
Questo romanzo racconta una e cento vite, una e cento storie, La Sardegna è viva e l'immagine chiara, spiegata con amore, Da leggere assolutamente This novel has a very particular and personal meaning to me, I've read "Paese d'ombre" in unique circumstances while my thoughts were completely caught by someone I have, in a certain way, lost.


Previously I had already read "Il disertore" by the same author who is uneasy to find on both, Amazon and Goodreads catalogues finding it a good and interesting work about stillness.
In those pages Dessì is able to catch the reflections and the anguishes of a deserter who hides himself in the woods above his little town in Sardinia during the first World War.


"Paese d'ombre" Town of shadows is above all a novel about motion, Where "Il disertore" was characterized by the slow flowing of time, day after day in a climax of constant waiting, this novel, by contrast, reaches its best moments when Dessì writes about action.
In this book the novelist shows a sublime ability in describing horse ridings, train runnings, river floods, Carnival dances, stabbings.


At the same time in this novel story meets history in a perfect and realistic way in which every event in the lives of main characters is deeply connected with a wider scenario made of social issues the importance of which seems almost forgotten today.


Furthermore, Dessì has a deep awareness of what life means, what people think in a small town of Sardinia betweenth andth century.
Indeed the author has set the novel in the same place where he's born and grown up, even if he doesn't call his town with its real name.


I've heard and known a lot about this novel before to read it and all that I can say now is that I miss so much the few people I would like to share my impressions on "Paese d'ombre" with.

Signore e signori, qui ci troviamo davanti alla grande Letteratura, ma che dico grande: cubitale,
Romanzo meraviglioso che nelvinse il Premio Strega e se si legge se ne capisce il motivo, ma ignoravo completamente libro e autore.
Dessì era uno scrittore sardo che mi ha fatto conoscere la mia amica Maria Pina, sua conterranea, e non finirò mai di ringraziarla per avermi aperto un mondo poco conosciuto.

Qui cè tutto quello che ci deve essere in un ottimo libro: una buona storia, la Storia, personaggi intensi, paesaggi caratteristici, usanze, suoni, rumori, silenzi, profumi.
E una scrittura ricercata ma non ampollosa, un ritmo musicale e scandito che tiene incollati alle pagine, Ci sono dentro talmente tante belle parole che al lettore, almeno a me, non ne restano per descrivere cosè questo romanzo.

" Ma il silenzio della campagna era diverso da quello del giorno prima, Ad ascoltarlo bene, e ogni tanto Angelo si fermava con l'orecchio teso, si distinguevano tanti piccoli rumori simili alle bollicine d'aria in un bicchiere di acqua limpida: rotolìo di carri, colpi lontani di un'accetta o di una zappa, il su e giù ritmato di una sega, e un alitare di voci umane, invisibili presenze nel fruscìo della pioggia.
Poi le voci sparse si fusero ed ebbe l'impressione di una folla, di una processione che si avvicinasse a piedi scalzi.
" Questo è un "assaggio" della scrittura di Dessì che, in questo libro, il primo per me, ti cattura ed affascina, trascinandoti nella sua storia, anima e corpo.
Dosando storia e fantasia, l'autore ci introduce in un Paese, la Sardegna, raccontandoci con pennellate semplici e precise, personaggi molto reali e paesaggi che ti fa vivere con i suoi colori, suoni e odori.
Ci racconta la forza delle tradizioni che sono parte integrante di questo popolo e lo tengono unito alle sue origini.
Particolarmente intense le pagine che raccontano le condizioni della Sardegna, dopo l'unificazione, considerata una terra da spremere da parte dello stato, unificazione non di tutti gli italiani nelle loro diversità, ma delle varie burocrazie dei precedenti piccoli stati.
I sardi si convincevano di essere sudditi e non concittadini degli italiani, e sempre più si abbandonavano alla loro secolare apatia e alla totale sfiducia nello StatoUn grande affresco storico, la storia di un protagonista, Angelo Urias, che ti conquista con la sua umanità, senso di giustizia e del dovere, che ne fanno quasi un eroe, un romanzo che a tratti commuove, ti fa viaggiare nello spazio e nel tempo, ma soprattutto ti lascia una grande nostalgia,alla fine della lettura, per i personaggi e la terra descritta in modo così magistrale e realistico.
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