Take The Fixer Constructed By Bernard Malamud File Ebook
in attesa di giudizio
Ho intrapreso la lettura di questo romanzo con un eccesso di aspettative dovuto al collegamento di Malamud di cui non avevo mai letto nulla con Philip Roth che gli dedicò un saggio e ne fu ispirato al punto di rappresentare in alcune sue opere un personaggio E.
I. Lonoff, anziano e ammirato scrittore, che alcuni ritennero ispirato alla figura di Malamud altri però dicono Bellow, altri ancora Henry Roth!,
Comunque sia, dopo la delusione iniziale per la distanza stilistica da Roth cui lo accomuna lossessione del tema dellebraismo e poco altro, accentuata dal fatto che ho trovato “Luomo di Kiev” piuttosto datato mentre ritengo la narrativa di Roth universale e sempre attuale, piano piano il romanzo di Malamud mi ha avvolto nelle sue spire ed alla fine mi ha convinto, facendomi superare le remore che avevano condizionato la lettura della prima parte.
Stranamente è proprio a partire dallarresto di Yakov e dal conseguente restringimento della scena che Malamud imprime, in modo non brusco ma inesorabile, una svolta, quasi unapertura al racconto.
Le progressive privazioni e sofferenze fisiche e morali cui linnocente prigioniero viene sottoposto, si accompagnano a una sorta di ascesi dello spirito in cui, pur rifiutando di ammettere colpe inesistenti, il protagonista acquisisce imprevedibilmente una pacificazione e unaccettazione del destino avverso, fino al finale aperto che è un azzeccato colpo di sceneggiatura, quasi che il percorso interiore fosse più importante della conclusione della vicenda.
Lo stile di Malamud è piuttosto rigido e disadorno, tutto il contrario delle vertiginose evoluzioni e dei virtuosismi che Philip Roth adotta in molti romanzi, e quindi invece di affascinare e a rendersi accattivante, tende a respingere, riproponendo ossessivamente il tema dellatavico senso di colpa dellebreo che in diverse forme, dalla satira alla tragedia, tanti artisti ci hanno elargito.
Resta nella memoria limmagine di un povero Cristo incatenato non a una croce ma al muro sporco di una cella immagine paradossale trattandosi di un ebreo perseguitato da cristiani, impegnato a mantenere integro quel che resta del proprio equilibrio mentale, fra le rare visite reali di parenti o avvocati che si avvicendano alle sempre più frequenti apparizioni di fantasmi, personaggi morti, addirittura lo Zar!
Gli orrori dell'olocausto a volte possono indurci a pensare che l'antisemitismo sia stato "inventato" da Hitler.
La verità è che l'odio verso gli ebrei ha radici antichissime ed era diffuso in tutta Europa, e questo libro ce lo ricorda fin troppo bene,
Racconta la discesa agli inferi di Yakov Bok, un ebreo che nella Russia tumultuosa degli anni precedenti alla rivoluzione viene accusato, per ragioni politiche e razziali, di un crimine che non ha commesso.
Passerà più di due anni in carcere, sottoposto a maltrattamenti ed umiliazioni in attesa di un processo che ogni giorno che passa sembra sempre più un miraggio,
L'inizio è un po' in sordina, l'autore si prende il suo tempo per descrivere bene il contesto sociale e soprattutto il personaggio di Yakov Bok ne esce fuori un ritratto contraddittorio: da una parte è amareggiato dalla vita, pieno di rancore verso gli altri e verso Dio dall'altra ha voglia di riscatto, legge molto e si definisce un libero pensatore in fondo è un uomo come tanti, eppure proprio lui si troverà suo malgrado al centro della Storia, quando verrà arrestato e da nullità assurgerà a simbolo dell'antisemitismo e dell'ingiustizia sociale.
E' lì che il romanzo prende quota, toccando vette di grande intensità emotiva e allo stesso tempo affrontando temi esistenziali quali la necessità della storia e il vero significato della libertà.
Attraverso le sofferenze Yakov non verrà nobilitato o santificato, semplicemente imparerà a conoscere se stesso e il suo posto nel mondo, I suoi aguzzini cercano di distruggerne lo spirito, ma toccando il fondo si aggrapperà disperatamente ai valori che più ci rendono umani come la dignità e la voglia di giustizia.
La sua maturazione è raccontata con uno stile mai retorico e molto incisivo, che riesce a descrivere perfettamente l'abisso di solitudine e disperazione in cui si trova immerso, sempre a un passo dalla folia.
Viste le premesse iniziali e la prima parte un po' fiacca non mi aspettavo che potesse coinvolgermi così tanto questo romanzo, invece sono arrivata alla fine senza nemmeno accorgermene, presa dalla voglia di leggere ancora di Yakov e della sua odissea personale ed universale.
"Una vez que uno sale de su casa, se encuentra a la intemperie llueve y nieva, Llueve historia, lo que significa que lo que le ocurre a alguien empieza como una red de sucesos que se hallan fuera del ámbito personal, Por supuesto, esto empieza antes de que uno llegue, Todos estamos metidos en la historia, sin duda pero algunos lo están más que otros, y los judíos, más que cualquiera, Cuando nieva, no todos se mojan por
estar fuera, Él se había empapado, "
BM
Beautifully written, Intense. Difficult. Compelling.
These are just a few words to describe this book and none of them seem to describe it correctly, It is difficult to read a book like this, especially at this time of the year,
But an important book, especially at this time of Islamophobia, Replace the word "Jew" with "Muslim" and it would describe many Americans beliefs,
The book is set in Tsarist Russia during the Jewish pogroms, but it might just as well have been set in Trump's America,
Very hard to read, But I am glad I did, Un caso Dreyfus in salsa russa,
Pubblicato nel, sitelinkL'uomo di Kiev ripercorre un tragico caso realmente accaduto in Russia nel,
E' l'epoca prerivoluzionaria: un fermento di movimenti incitano a rovesciare il potere imperiale e Nicola II difende l'autorità zarista con provvedimenti sempre più reazionari,
In una società ed un'epoca schiava di fanatismi e pregiudizi, la terrificante minaccia di un pogrom si fa sempre più concreta,
Yakov si ritrova suo malgrado nel ruolo di burattino: invisibili mani tirano i fili per manovrare a loro piacimento l'infuocata scena politica,
A nulla vale il suo dichiararsi innocente,
A nulla vale il suo dichiararsi libero pensatore, seguace di Spinoza ed estraneo ad ogni pratica religiosa,
Yakov ricorda il biblico Giobbe nella sofferenza a cui è sottoposto:
il tormento di chi è innocente che deve lavare le colpe dei padri,
Tuttavia, a differenza del patriarca biblico egli non intende tollerare,
Non ha nessuna fede da preservare, non c'è nessun Dio con cui riconciliarsi,
”Per vincere una stupida scommessa col diavolo Dio ha ucciso tutti i servi e i figlioletti innocenti di Giobbe, Lo odio solo per questo, non dico poi per i diecimila pogrom, credimi, non è facile essere un libero pensatore in questa terribile cella, Lo dico senza orgoglio e senza gioia, Pure, l'uomo deve contare su quel poco di ragione che ha, ”
Due elementi principali percorrono il romanzo:
la strenua difesa della dignità come essere umano e della libertà del proprio pensiero
un'estrema sensazione di solitudine che in un climax ascendente arriva a toccare il fondo della disperazione.
In quest'ottica, Malamud non parla solo di un uomo e della sua tragica storia ma dell'uomo moderno e dell'umanità tutta che lotta per poter essere libera:
”Quando non leggeva, Yakov scriveva dei piccoli saggi su vari argomenti.
"Io vivo nella storia, scrisse, eppure, non ci sono dentro, In un certo senso, sono molto al di fuori, la storia mi passa accanto, È un bene, o è una deficienza del mio carattere Che domanda! È una deficienza mia, naturalmente, ma che cosa posso farci Meglio rimanere al nostro posto, a meno di aver qualcosa da dare alla storia, come Spinoza, ad esempio, da quel che ho letto della sua vita.
Lui capiva la storia, anche perché aveva idee da darle, Non si può bruciare un'idea, anche se si brucia l'uomo, ” .