Gain Loro Di Napoli Drafted By Giuseppe Marotta Rendered As Print
“Ma un bambino cresce anche per ricostruire i fatti ai quali ebbe tutta laria di non partecipare, finchè diventa uomo e se li scopre addosso come minuziose cicatrici”
Trentasei racconti pubblicati neldove Marotta dà il via ai ricordi della propria famiglia, di singolari personaggi e ambienti della città natale.
Se il quadro letterario di riferimento è quello del neorealismo la scrittura si colloca, a mio avviso, ad un livello più alto, E, difatti, uno stile aulico e ricco dimmagini,
Napoli è la protagonista presentata nella sua duplicità di nobiltà e miseria,
La semplicità di pane con sale e olio che sprigiona un mare di ricordi famigliari,
La storia di Sofia che è rimane nella memoria con linterpretazione della Loren e lanello scomparso nellimpasto delle pizze fritte,
Guappi e vicoli dove il sole rifugge per accanirsi sulluscio di un fondo,
”Giugno, mi dài Napoli su un piattino come la comunione, Sono qui in ginocchio, veramente contrito nel sole di Milano che mi arroventa dico mea culpa e dico non son degno tu, giugno, pigli Napoli dal tuo calice doro e me laccosti alle labbra un campanello daltare squilla.
Penso queste cose mentre cammino in via Dante e improvvisamente mi aggredisce la sensazione di percorrere invece il Chiatamone: nel largo Cairoli troverò le trafelate palme di piana Vittoria che negano o annuiscono ci credete, ieri ho proprio visto il mare, tutto il mare di Napoli pieno di spume e di reti lho visto nella vasca presso il Castello Sforzesco, ci stava giusto giusto.
In giugno Napoli si spalanca come una rosa nel bicchiere, non ha più muri o li ha solo per un altro minuto, ”
Vivere, ridere e piangere soprattutto piangere, ma con dignità, coraggio e umanità nella città di Napoli dei primi decenni del Novecento.
Un bel leggere e, nel caso del bellissimo film tratto dal libro con la regia di De Sica, un bel guardare, Si potrebbe obiettare a quanto ho scritto che piangere senza umanità è impossibile, Invece credo che non sia così: si può piangere di rabbia, di frustrazione, e senza dolore qui al contrario si piange per legittimi desideri disattesi, per l'assenza del necessario, per la perdita di chi si ama o di sé stessi.
Ma l'oro di Napoli è proprio la capacità di godere di ciò che si può, di sapersi arrangiare, di affrontare la malasorte, Ed è per questo che, accanto a miseria tragedia e desolazione, troviamo anche la spensieratezza: la preparazione del ragù la domenica nei bassi, il gusto degli spaghetti nelle occasioni più disparate anche per celebrare un defunto, l'arte dello sberleffo o del pane con sale e olio.
L'autore, cresciuto in povertà in un "basso" del rione Stella, nella prefazione viene descritto così: un grande ingegno sgorgato dalla strada come l'acqua del Serino da una delle tante fontanelle dei vicoli di Napoli.
Sono io la Napoli di cui parlo e altre non ne conosco perché solo di me so qualcosa, se lo so, . .
image error Pesantuccio, l'ho lasciato alpensando che lo avrei ripreso più avanti, . . non l'ho fatto. L'essenza di Napoli e dei suoi meravigliosi abitanti narrata con grande amore e altrettanta nostalgia dall'autore emigrato al nord ma mai dimentico delle sue origini partenopee.
E nei tanti racconti che compongono il volume, una folla di personaggi tipici di Napoli: dallo iettatore allo uappo, dal boss di quartiere, all'avvocatuccio di strada e tanti altre figure pronte a inventarsi un mestiere che non "esiste" per sbarcare il lunario e sopravvivere e insieme a loro le donne di Napoli,
a volte malandrine ma sempre dotate di un grande cuore, pronte a nascondere, dietro un sorriso orgoglioso, una vita di stenti, una difficile sopravvivenza quotidiana.
Nell'insieme un piccolo grande libro x addentrarsi un po' nel cuore di questo irriducibile e umanissimo popolo meridionale L'opera di Marotta è divertente, a tratti emozionante, a tratti tragica.
I suoi elzeviri così sono chiamati i racconti giornalistici che lo compongono ritraggono perfettamente la Napoli che conosce e che ama ma di cui comprende gli immensi limiti e di cui ha sentito sulla pelle la miseria.
Unica nota dolente di quest'opera è la durata: è veramente troppo lunga,
I racconti di per sé sono molto brevi e, proprio per questo, dopo la metà ti sembra di rileggere la stessa storia, con gli stessi contenuti e la stessa sofferenza, ancora e ancora senza avere tregue.
Alcuni elzeviri però meritano veramente una lettura, come "Cara mamma", "Cara sorella" e "Pane con sale e olio", Una piacevole sorpresa. Non conoscevo nulla di Marotta, se non di nome e per aver in libreria un suo libro mai letto: “A Milano non fa freddo”.
È uno spaccato di Napoli, della Napoli popolare del centro storico, dei quartieri da me conosciuti grazie a Totò ed Eduardo De Filippo, Sanità in primis o altrimenti per la cronaca nera di circa quarantanni.
Non conosco Napoli se non mediata dalla lettura, cinema e teatro, Napoli mi ha sempre affascinato, per la sua parlata, per la sua cultura, per la sua storia, ma non solo, Ho conosciuto non molti napoletani in carne ed ossa alcuni tremendi, alcuni squisiti soprattutto durante il servizio militare molti di più i campani, Leggere di Napoli e su Napoli è per me un richiamo irresistibile, unattrazione magnetica fortissima non so perché, Ho letto dunque Marotta con grandissima curiosità ed interesse, Ma la lettura si è trasformata in un vero e proprio diletto grazie al linguaggio e allo stile usato dal Marotta: barocco, fiorito, circostanziato, affabulatorio, ironico, sensuale, appassionato, lirico, tenerissimo, cinico.
È la Napoli della prima metà del XX secolo gli anni di Totò e De Filippo a venir descritta: povera e laboriosa, misera e dignitosa, miserabile, accattona, onesta e delinquenziale, arruffona, espertissima nellarte di arrangiarsi e di ritrovare espedienti di ogni genere, geniale, ricca e calda di affetti, tenerissima nei sentimenti, speranzosa e disperata, mutevole e adattabilissima.
La sua ricchissima cultura e la nobilissima sua storia permeano di sé ogni vicolo, ogni palazzo, ogni salita e scala, ogni pietra, Cielo e mare che labbracciano ne fanno una città incantevole, che innamora, E dentro i vicoli e nei bassi vive e si aggira unumanità che Marotta descrive con affetto, tenerezza, partecipazione, ironia allegra, a volte triste, a volte caustica.
Vita e la morte si succedono con naturalezza e qualche volta colpiscono duramente questumanità con passioni fortissime e con disgrazie e tragedie, epidemie, malattie.
La morte è qui di casa, “Sì, la morte è la più vera e la più antica cittadina di Napoli, Dice ogni momento “Pagatemi il piacere di essere esistiti qui e non altrove”, È una tassa di Dio, è presente nei sogni e nelle canzonette del popolo, può erroneamente sembrare che le si manchi di rispetto o che al contrario la si idolatrizzi, mentre i fondamentali rapporti dei napoletani con lei sono soltanto quelli di una sincera e civile parentela”.
La religiosità a volte un po pagana permea tutto, sovrasta tutto e tutti, nei vicoli, nelle piazzette, nei bassi e negli scalcinati palazzi con il culto dei santi avvocati, patroni e padrini.
Dio è dovunque, in ogni luogo, in ogni singola vicenda, e Marotta lo ricorda ad ogni piè sospinto, con ironia un po sarcastica e un po bonaria: “I Quartieri, a Napoli, son tutti i vicoli che da Toledo si dirigono sgroppando verso la città alta.
Vi formicolano i gatti e la gente incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i “Quartieri” per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile, così facendo si legò le mani perché non di rado la sua collera, suscitata da qualche ignobile ruffiano, finiva per abbattersi erroneamente su un attiguo falegname o ciabattino, padre esemplare di cinque ragazze e organizzatore di pubbliche onoranze a San Vincenzo Ferreri”.
Non so quanto il quadro descritto da Marotta, che pubblicò il libro nel, sia ancora valido, o Napoli sia stata anche violentata e stravolta nella sua umanità come lo è stata nel suo ambiente naturale.
Come poi del resto è accaduto a buona parte, o tutta, dellItalia,
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